«Faremo il possibile per non tagliare il servizio ma è chiaro che è impensabile che il Comune possa arrangiarsi da solo». Oltre la diplomazia, l'assessore comunale allo Sport di palazzo marino Martina Riva rimanda la palla al Governo: «Senza sostegni del governo, a fronte di un aumento delle bollette di 3 milioni di euro, i comuni possono essere lasciati soli perchè non ce la fanno». La filosofia è tenere aperte le piscine finchè si riesce. Se nelle vasche gestite da Milanosport è stata abbassata la temperatura dell'acqua di mezzo grado e sono stati installati regolatori della temperatura a distanza per non rischiare di disperdere nemmeno un grado, altro non si può fare. O meglio sarebbe una goccia nell'oceano. L'aumento delle tariffe? «Sicuramente vanno adeguate - spiega Riva - ma a prescindere del caro bollette perchè non risolverebbero nulla».
«Qui rischiamo di chiudere le piscine a breve. O, meglio, se non arriveranno sostegni pubblici a fondo perso saremo costretti a chiudere». A parlare così è Angelo Gnerre, rappresentante delle società che gestiscono gli impianti natatori, una trentina in Lombardia di affiliati Arisa, il coordinamento di Confcommercio. «Le piscine come noto - spiega Gnerre - sono energivore, quindi l'unica strada possibile è quella di fare investimenti per l'efficientamento energetico ma sul lungo termine, grazie al bando di Regione Lombardia da 32 milioni di euro, con uno stanziamento di 350mila euro a intervento fino all'80 per cento a fondo perso». Oggi l'obiettivo è riuscire a rimanere aperti, ma certo non grazie a piccoli escamotage, come ridurre la temperatura dell'acqua o l'orario di apertura, a mio parere. Abbiamo avuto una bolletta del gas quattro volte superiore rispetto al 2021, si parla di 400mila euro in più di spese, e non sono certo piccoli risparmi che ci possono cambiare».
Per chi gestisce le palestre, come Pierangelo De Rosa (Arisa) il discorso è diverso, a fronte comunque di un raddoppio delle bollette: come risparmiare? «Con la sostituzione di tutta l'illuminazione, si chiude un'ora prima la sera e la domenica, giornata in cui c'era sicuramente meno pubblico, così stiamo studiando una chiusura prolungata per le vacanze di Natale». In sostanza il tentativo è quello di usare tutti gli stratagemmi per risparmiare, formando anche il personale.
«L'argomento è molto delicato - racconta Alessandro Castelli presidente del Cus (Centro universitario sportivo) Milano, che gestisce il campo xxv aprile, il Bicocca Stadium e il Palacus all'Idroscalo- perchè abbiamo avuto il raddoppio dei costi energetici. Per questo abbiamo varato un regolamento molto severo che prevede l'illuminazione dei campi a settori, la chiusura di uno spogliatoio, il ritardo nel montaggio dei palloni per i campi da tennis e la riduzione della la temperatura nei campi coperti, così è stata abbassata di due gradi la temperatura (da 16/18 gradi a 14/16) e installato un sistema per la rilevazione settimanale dei consumi.
Inoltre abbiamo avviato un'interlocuzione con a2a per cercare di rateizzare le bollette». In sostanza il tentativo è quello di ridurre i consumi, nel lungo fare dei lavori: dal fotovoltaico per il Bicocca stadium a impianti di geotermia per il Palacus all'idroscalo.
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