I centri sociali nello stabile di via Newton

Mense, palestre, mercatini: gli autonomi del Cantiere non hanno perso tempo e dopo l'occupazione hanno trasformato i locali di via Newton secondo le loro esigenze

I centri sociali nello stabile di via Newton

I militanti del Cantiere hanno occupato cinque giorni fa uno stabile di via Newton 10 ai soliti slogan «occupySfitto» e «se quello che è nostro è delle banche, allora quello che è delle banche è nostro». Nel giro di qualche ora hanno imbrattato i muri, disegnato la mappa di quello che hanno battezzato l'Sms, Spazio di mutuo soccorso, segnando l'area notte, lo spazio concerti, hanno già arredato una palestra con attrezzi e sacchi per la fit-box.

Domenica scorsa si è tenuta la prima «festa di primavera» nel nuovo centro sociale: tavolate, musica, bombolette spray per continuare l'operazione di restyling. E dal sito promettono «iniziative a go go» con «cibo e birra a prezzi popolari». Ovviamente senza scontrino, il Leoncavallo ha fatto scuola, dalle occupazioni può nascere un bel business. Ieri sera il «Cinema clandestino», oggi in programma pranzo e laboratorio per preparare le coreografie in vista del corteo del 25 aprile, nei giorni a venire in calendario lezioni di hip pop e breakdance, corso di autodifesa e mercatino.

Occupare è reato, «ça va sans dire». Ma i bravi ragazzi del Cantiere questa volta hanno anche sbagliato completamente obiettivo. La palazzina non è delle banche. O meglio: vero che hanno concesso un mutuo, ma non hanno ancora finito di pagarlo con oltre trent'anni di lavoro le tre donne che gestivano in società fino alla scorsa estate l'ex outlet «Lo spaccio», lo hanno chiuso per colpa della crisi. Dovevano firmare proprio in questi giorni il rogito con una società di costruzioni, che abbatterà il palazzo per costruire dei nuovi appartamenti, «uno lo dovremmo comprare proprio noi» racconta desolato Franco Fissi, titolare con la moglie dell'ex outlet.

«Macchè banche - conferma - abbiamo solo un mutuo e stiamo ancora pagando. E non è vero nemmeno che era uno spazio abbandonato. Dopo la chiusura lo stavamo ancora usando come magazzino e deposito di documenti, per fortuna mi hanno permesso di entrare per recuperarli, stavano già imbiancando i muri, hanno portato via gli arredi». Dice che sta trattenendo a fatica la moglie, «voleva andare subito ad incatenarsi ai cancelli, un'azione choc per convincerli a sgomberare».

Intanto il rogito è stato rinviato di una settimana «siamo con il fiato sospeso, se non se ne vanno salta tutto». Sembrava che ieri fosse il giorno buona per un abbandono pacifico dello spazio, poi gli autonomi hanno ritirato la parola. Anche i titolari seguono con ansia le iniziative che pubblicano sul web; ieri sera il cinema, appunto, e il calendario è già lungo. «Hanno promesso che dopo il corteo del 25 se ne andranno, dai loro programmi non sembrerebbe, ma aspettiamo». Ovviamente hanno chiesto subito l'intervento della polizia e «se neanche il 26 non saranno usciti ci aspettiamo che intervenga».

Il Pdl Alessandro De Chirico lunedì scorso ha presentato al Consiglio di Zona 7 una mozione urgente

per chiedere lo sgombero immediato dello stabile occupato. «Ma non abbiamo raggiunto le firme necessarie e la maggioranza ha risposto con un sonoro niet. É la trentesima occupazione da quando è sindaco Giuliano Pisapia».

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