Anche il Cantiere si è «allargato», occupando una seconda palazzina, dopo quella storica di via Monte Rosa 84. Non hanno fatto molta strada, si sono spostati in via Newton, poche decine di metri. Portando così il numero degli spazi sociali, piccoli e grandi, pubblici a privati a sfiorare quota 30. Tanto non c'è più De Corato, ma il più mansueto Paolo Limonta che consiglia il sindaco di lasciar fare, è tutta democrazia.
L'ultimo episodio è più che altro servito al Cantiere per pareggiare il conto con i Corsari, gli storici concorrenti alla guida del movimento antagonista milanese. La differenza tra i due, per chi è a digiuno di dialettica marxista, non è facile da capire. Il Cantiere fa riferimento ai disobbedienti, gruppo fondato nel Nord Est da Luca Casarini, di cui si sono perse le tracce. I Corsari, più ortodossi, si rifanno invece alla vecchia autonomia operaia di Toni Negri, roba di modernariato.
I primi hanno occupato l'ex Derby di Fo, Jannacci, Cocchi e Renato, raccogliendo i ragazzi della Milano bene. Basti pensare al suo capetto Leon Blanchaert, aristocratico, milionario, attico in centro. Dall'altra parte i più «truzzi» autonomi mietono consensi soprattutto all'Università. Privi fino a poco tempo fa di una sede, hanno occupato un'ex fabbrica dismessa in via Olgiati 12 e l'anno scorso hanno «gemmato» il centro sociale Lambretta occupando tre villette liberty in via Cassiodoro. Lo spazio venne sgomberato qualche mese fa dalla polizia ma, dopo un paio di strizzate d'occhio della giunta, i ragazzi le hanno rioccupate. E adesso il Cantiere, con i blitz di via Newton, ha pareggiato i conti.
Rimangono poi una miriade di realtà grandi e piccole che spesso nascono e muoiono come meteore. Tra le più importanti ovviamente il Leoncavallo di via Watteau 7 che, insieme al Cox 18, di via Conchetta 18, può essere considerati il capostipite di tutti i centri sociali occupati, essendo su piazza ormai da oltre 30 anni. Entrambi hanno conosciuto momenti burrascosi, con feroci scontri di piazza per difendere il diritto all'occupazione. Ora si sono un po' defilati dall'agone politica, orientando le loro attività su un piano strettamente culturale.
Non ha mai fatto dello scontro di piazza una cifra stilistica neppure Macao, l'ultimo nato nella galassia antagonista, anche perché è composto quasi esclusivamente da artisti. Dopo aver girovagato tra torre Galfa e palazzo Citterio, sono approdati in viale Molise 68. Lo spazio, occupato nel tripudio della maggioranza, appartiene alla Sogemi, dunque pubblico, dunque non li schioderà più nessuno.
Poi il Ponte della Ghisolfa, il Vittoria, il Deposito Bulk, l'Orso, Transiti, Malfattori, Torchiera, Transiti, Panetteria, Casa loca e Bottiglieria. Spesso si tratta di sottoscala, palazzi diroccati di cui si ignora persino la proprietà o singoli appartamenti che portano però il totale delle occupazioni cittadine a 29. Un vero record.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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