Bar e spiagge, le linee guida. La Regione: "Problema metrò"

Arrivano le regole Inail: il Pirellone valuta il via libera ma incalza Conte su trasporto pubblico locale e orari

Bar e spiagge, le linee guida. La Regione: "Problema metrò"

Una risposta entro domani sulla riapertura delle attività. Il vertice di lunedì con il governo è stato un passo avanti ma ancora non basta. Troppi i nodi ancora da sciogliere, troppe tessere mancanti devono trovare il loro posto, prima di poter dare il via libera auspicato da tutti. E alcune risposte devono ancora essere date, a Roma, per esempio sugli orari di apertura degli uffici.

Le categorie di artigiani, commercianti ed esercenti premono impazienti, non vedono l'ora di tornare al lavoro per rimettere in sesto, per quanto possibile, i conti un semestre drammatico. In Regione questa esigenza è ben presente, ma il governatore lombardo Attilio Fontana, lunedì sera, è stato l'unico a non rilasciare dichiarazioni dopo l'incontro in videoconferenza con il premier Giuseppe Conte e i ministri della Salute e delle Regioni. Il governo ha dato un via libera di massima, buttando la palla nel campo degli interlocutori. «Apriamo, va bene, ma la responsabilità è vostra» ha detto praticamente il governo, accontentando i governatori che si sono mostrati per lo più soddisfatti dell'accordo.

Non si è unito al coro di generale entusiasmo Fontana, sapendo che il governo ha condizionato la effettiva riapertura a un monitoraggio dei contagi e al rispetto assoluto delle regole di sicurezza. Le linee guida sulla sicurezza sono cominciate a uscire. Ieri l'Inail ha licenziato quelle sui ristoranti e gli stabilimenti balneari. Altri indirizzi devono arrivare. E presto. Di questo ha parlato ieri mattina lo stesso Fontana. «Il governo ha confermato che dal 18 maggio un po' tutte le attività riapriranno - ha scritto - Spero che le linee guida per la sicurezza a cui si lavora a Roma, da diversi mesi con ben 450 esperti, arrivino presto. Solo così potremo organizzarci anche e soprattutto sulla base dei dati epidemiologici della Lombardia». E poi. «Tra domani o dopodomani - ha spiegato intervenendo in tv a Mattino Cinque - dovremmo avere i dati di nuove eventuali infezioni che si dovrebbero essere verificate con la riapertura ed entro giovedì penso di dare una risposta, sia che sia positiva o negativa». Ma prima di fare «qualunque valutazione», su chi potrà riaprire il 18 e chi non può, il governatore lombardo vuole «vedere i numeri». E se «i numeri vanno nella stessa direzione delle ultime due settimane e quindi il contagio è in discesa ma, soprattutto, se fra qualche giorno inizieremo a vedere gli effetti della riapertura del 4 maggio e tutto questo sarà positivo, si potrà pensare a riaprire qualche attività come per esempio i parrucchieri».

Altro tema su la Regione sta insistendo è quello degli orari. Il tema è stato sollevato ormai diversi giorni fa. «Evitare il sovraffollamento sui mezzi di trasporto attraverso il cambiamento degli orari di ingresso negli uffici». La questione era stata sollevata anche con una lettera, inviata da Fontana a Conte e il tema degli orari è decisivo soprattutto a Milano, dove il vero pericolo per un nuovo dilagare dei contagi è rappresentato dai mezzi di trasporto pubblico. Lunedì al vertice, e poi ieri, Fontana è tornato a sollevare questo «elemento che aspettiamo, da ormai tre settimane» e che probabilmente è sottoposto a un accordo fra governo e sindacati per dilazionare.

«Più ancora della riapertura delle singole attività - ha detto - il vero problema è il trasporto pubblico locale». Se non si scagliona l'orario delle aperture ci potrebbe essere troppa folla sui mezzi pubblici negli orari di punta. «Il tempo inizia a essere molto stretto» ha concluso.

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