Una barca di comici e Giulietta in salsa pop

Al Piccolo una giornata di «Mémoires» goldoniani Menotti, il classico di Shakespeare va nel sud Italia

Antonio Bozzo«L'unico modo per fare teatro per i più piccoli è farlo per i più grandi». Questa verità, detta da Giorgio Strehler, guida La barca dei comici, spettacolo che torna al "porto" di partenza (il Piccolo Teatro Studio, da oggi al 20 marzo) dopo aver navigato per quattro stagioni, in oltre 20 città della Penisola. La «Barca» è una giornata di Carlo Goldoni, tratta dai «Mémoires» dell'autore veneziano, una fantasia teatrale di Stefano de Luca (regista goldoniano quant'altri mai, che ha lavorato con Strehler). Vederla solcare immaginarie onde, con un equipaggio di comici capaci di trasformare la realtà, è un incanto, appunto, per ragazzi e adulti. Della vita di Goldoni, qui si prende la parte per il tutto: quando il drammaturgo, molto giovane, se ne partì per mare con un'allegra masnada comica. Il viaggio, è sempre il nume tutelare Strehler a dirlo, «gli fece conoscere l'amore, le donne, lo stupore». In scena quattro bravi attori, con le ombre (importanti) di Nicoletta Garioni e Fabio Montecchi.Un classico interpretato da sette giovani attori è il Romeo e Giulietta al Teatro Menotti, dal 10 al 20 marzo. L'ambizione del regista Tonio De Nitto è mettere l'accento sullo scontro generazionale tra genitori e figli, presente nella tragedia di Shakespeare, qui adattata da Francesco Niccolini. La storia, che il regista definisce «pop e visionaria», viene ambientata in una festa patronale del Sud italiano: staremo a vedere se il pubblico (è una prima milanese) apprezzerà l'azzardo.Al Franco Parenti, due i debutti: Villa dolorosa, di Rebekka Kricheldorf (liberamente tratto da "Tre sorelle" di Anton Cechov) e Ivan Illich (da «La morte di Ivan Illich», uno dei più raggelanti racconti di Lev Tolstoj). Due grandi russi: Cechov (in scena da oggi al 20), con adattamento e regia di Roberto Rustioni, nella rilettura della berlinese Kricheldorf diventa la storia di «tre compleanni falliti», in una famiglia tedesca dei giorni nostri; Tolstoj - traduzione, adattamento e regia di Ola Cavagna - è presente non solo con l'agonia del giudice Illich, che è poi la morte di ogni essere umano, ma con pagine da «Anna Karenina» e «Guerra e pace». In scena per Tolstoj (dal 9 al 13 marzo), Mauro Avogadro e Nicola Bortolotti. Sempre al Parenti, da oggi al 13 marzo, i Sei pezzi unici di e con Giuseppe Cederna, nei quali vengono affrontati e sviscerati Omero e Nicole Kidman, Ungaretti e Jannacci. L'Elfo Puccini offre una favola con Gyula (sala Fassbinder, da oggi al 20), scritto e diretto da Fulvio Pepe, «storia d'amore» tra una madre e il figlio disabile. In scena, per l'esordio registico di Pepe, ben undici attori, che danno vita a un universo poetico. Sempre all'Elfo Puccini, per la rassegna sulle realtà emergenti, ecco Sissy Boy: la conferenza del Sig. S.

B: i maligni non pensino a Silvio Berlusconi, il signore è Sergio Bello, uomo dall'emotività disturbata cui piacciono le Barbie e Maga Maghella. Spettacolo di Franca De Angelis, regia di Anna Cianca, in scena Galliano Mariani (da oggi al 20 marzo).

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