Il canto di Veronica Franco, la cortigiana che fu poetessa

Il canto di Veronica Franco, la cortigiana che fu poetessa

Veronica Franco fu poetessa e cortigiana intellettuale nella Venezia del Cinquecento. Scrisse, amò, fu amata: soprattutto da uomini superpotenti, nella galleria degli amanti figura pure il re di Francia Enrico III. Notizie che si traggono dal catalogo delle cortigiane della Serenissima, schedario dove figurano nomi, indirizzi, e tariffari: quello della Franco era accessibile a pochi. Del resto, spiega il compositore Fabio Vacchi, «la professione della cortigiana consentiva alle donne che non appartenevano all'aristocrazia di potersi esprimere in arte, di crearsi un varco fra gli intellettuali uomini». La sua figura ha ispirato film (Padrona del suo destino, con Catherine McCormack). Ora finisce sul pentagramma. A lei si è ispirato Vacchi che, su testo di Paola Ponti, ha scritto un melologo che debutta in prima mondiale stasera (ore 20, replica domenica) all'Auditorium Cariplo.
Si tratta di una commissione della Fondazione Verdi che inaugura così la collaborazione con Vacchi nel ruolo di compositore residente. Dirige Claire Gibault, la voce è quella del soprano israeliano Talia Or. In seconda serata, l'Orchestra Verdi sarà impegnata nella Decima Sinfonia di Gustav Mahler. Il concerto delle ore 20 sarà preceduto da un incontro con il compositore che introduce all'ascolto. Veronica Franco segue la lunga tournée di Soudain dans la foret profondo, un altro melologo di Vacchi, dunque, particolarmente incline a questo genere. Vacchi, tra i compositori italiani più eseguiti in assoluto, con commissioni ed esecuzioni a firma di Abbado, Berio, Chailly, Muti, Pappano, è affascinato dalla figura di Veronica Franco. Perché, spiega, «è la prima donna che con una finezza poetica rara ha rivendicato la dignità femminile. Per questo, dedico il mio melologo alle donne. Donna sarà pure la direttrice con cui lavoro da 20 anni». Settimana prossima, musiche di Vacchi saranno eseguite a Madrid, in occasione delle celebrazioni di Scarlatti. In aprile, a Bari, viene eseguito in prima assoluta un altro melologo tratto da un recente romanzo di Carofiglio. A Milano, Vacchi torna nuovamente da protagonista. Il festival MiTo per la prima volta dedica un ritratto a un compositore italiano, e sarò proprio lui.

Ci si chiede quanto sia difficile essere compositori in Italia. «Io non posso certo lamentarmi, ora. Non ho problemi di commissioni. Ma in generale, all'estero le istituzioni sostengono molto di più i loro artisti, il caso Francia per esempio».

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