È incredibile quanto successo ieri sera al Policlinico Riuniti di Foggia: medici, anestesisti e personale sanitario sono stati aggrediti da numerose persone (stimate in una cinquantina), tutti parenti e amici, accorse in ospedale dopo la morte di una giovane ragazza 23 anni di Cerignola operata d'urgenza dopo alcune complicazioni in seguito ad un incidente stradale avuto in giugno mentre era alla guida di un monopattino. Sarebbero volati pugni, calci e schiaffi prima che il personale sanitario riuscisse a rinchiudersi in una stanza e aspettare l'intervento delle forze dell'ordine.
Il video choc
Un'irruzione in piena regola è avvenuta nel reparto di Chirurgia toracica del Policlinico: nel video si vede il personale sanitario cercare di bloccare la follia delle persone all'esterno di quella stanza ostruendo dall'interno l'ingresso della porta con le mani ma anche con quello che sembra un piccolo divano. "Io non so che dire. Qua è stata una cosa...", si sente una voce interna mentre parla al telefonino. ”È successo un manicomio", dice un'altra persona. Una dottoressa è seduta sulla scrivania visibilmente scossa e in lacrime. Alla fine si sente una voce che parla della polizia che è stata chiamata prontamente per riportare la calma e identificare gli aggressori. Si nota bene come una dottoressa abbia un problema a una mano (probabile frattura) mentre un collega chirurgo presente in stanza è stato colpito in precedenza con dei pugni al volto.
Le parole di Anelli
"Siamo indignati per l'episodio di violenza nei confronti dei chirurghi a Foggia. Chiediamo una risposta esemplare da parte dello Stato e della Regione", ha dichiarato il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli. "Allo Stato chiediamo che i sanitari, i medici siano difesi, siano messi nelle di sicurezza per poter operare. Non è possibile considerare oggi che l'accesso in qualsiasi struttura sanitaria sia libero, senza le opportune misure di sicurezza".
Le parole del sottosegretario
Sull'episodio di cronaca è intervenuto anche il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, che ha commentato l'aggressione ai medici e infermieri del reparto di Chirurgia Toracica del Policlinico Riuniti di Foggia. "Assistiamo ad un'escalation di violenza ai danni degli operatori sanitari che non è più tollerabile. Ieri sera a Foggia è accaduto l'ennesimo episodio di aggressione a medici e infermieri che lascia esterrefatti, ma al contempo determinati a individuare le responsabilità degli autori e a non lasciarli impuniti".
Gemmato ha poi aggiunto tutta la sua piena solidarietà a medici, infermieri e a tutto il personale del reparto e dell'ospedale foggiano. "Come già ribadito, siamo pronti a valutare ulteriori misure di sicurezza per tutelare l'incolumità del personale sanitario e socio-sanitario e ad applicare le norme che rendono più immediata la pena per chi si rende colpevole di simili reati. Abbiamo infatti introdotto la procedibilità d'ufficio per lesioni, anche lievi, a carico degli operatori sanitari e l'estensione della reclusione fino a 5 anni. È inimmaginabile - conclude il Sottosegretario Gemmato - fare violenza a chi invece si dedica a salvare vite e a prestare cure, il cambiamento culturale è urgente e siamo tutti chiamati a promuoverlo".
"Non siamo assassini"
Sull'incredibile fatto di cronaca c'è stata la ferma presa di posizione da parte dei leader dei sindacati dei medici del Ssn, Pierino Di Silverio (Anaao Assomed) e Guido Quici (Cimo-Fesmed). "Non siamo assassini e della solidarietà, dei tavoli di confronto, delle dichiarazioni di sostegno non ce ne facciamo più nulla. Il pestaggio avvenuto al Policlinico di Foggia ai danni dei nostri colleghi ci lascia basiti soprattutto per la facilità con cui è stato commesso e l'impunità. Consentire a ben 50 persone di fare irruzione in un reparto ospedaliero vuol dire che sono state violate le più elementari regole di controllo".
A questo punto è arrivata la minaccia di "abbandonare gli ospedali" se non si eviteranno quelli che chiamano episodi di "routine della violenza che si ripete quasi con monotona regolarità e alla quale si stanno abituando tutti, dalla politica alle istituzioni e all'opinione pubblica. Per non parlare dell'inaccettabile insensibilità delle aziende, indifferenti al dovere di mettere in sicurezza i propri ospedali oltre che il personale che vi opera.
Chiediamo quindi un piano straordinario di riforma del sistema delle cure e dell'emergenza e nell'immediato un incontro con il ministro della Salute, affinché vengano condivise misure urgenti che possano fare da deterrente a questi raid insensati. In mancanza di risposte, non abbiamo altra soluzione che abbandonare gli ospedali", concludono.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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