"Cara scuola ti scrivo", idee sugli studi Al Festival delle Lettere il tema è caldo

Via al bando per partecipare. Tra le categorie, le buste rimaste nel cassetto

«Cara scuola ti scrivo...». Potrebbe suonare così, in questi giorni, l'incipit di oltre 8 milioni di temi: tanti sono gli studenti italiani che ormai da diverse settimane sono lontani da banchi, sedie e lavagne, amati e odiati compagni delle loro giornate «normali». E non sono soli.

Accanto a loro, rigorosamente in casa, ci sono genitori, insegnanti e personale scolastico che senza dubbio hanno innumerevoli «ricordi di scuola» pronti a riemergere dai cassetti della memoria. O magari vogliono dire la loro su un'istituzione che, dopo i primi tentennamenti, si sta faticosamente reinventando «a distanza», dimostrandosi capace - nonostante non sia la stessa cosa -, di rimanere un punto di riferimento per alunni e famiglie. Perché, allora, non mettere tutto nero su bianco, come si faceva un tempo, magari proprio in forma di lettera «old style»? È l'invito che arriva dall'edizione 2020 - la numero sedici - del Festival delle Lettere (il bando, al via in questi giorni, è aperto fino al 30 luglio), che si svolge all'insegna dell'hashtag #ioresto a casa e scrivo e ha scelto un tema più «caldo» che mai: «Lettera alla scuola», una riflessione immaginaria su quello che, lo sappiamo bene, non è un luogo come tutti gli altri, e nemmeno un semplice insieme di aule, scale e corridoi, ma è soprattutto un crocevia importante di relazioni, sogni e idee. Punto di incontro - a volte scontro - fra vite, menti, cuori e caratteri, fra adulti di oggi e «grandi» di domani, è prima di tutto una palestra di crescita, in cui ognuno a suo modo ha a che fare con regole da rispettare, aspettative da soddisfare, giudizi da confermare o smentire e sfide da superare giorno dopo giorno. Costruendo ricordi che lo accompagneranno per sempre. Ed è anche il posto dove si impara a scrivere: dai primi stentati segni alfabetici agli embrioni di frase, passando per i leggendari «pensierini» per approdare alle pagine di diario, ai temi, ai brevi saggi e, appunto, alle lettere. Che hanno sempre avuto il loro fascino, tant'è che il primo romanzo della nostra letteratura, il leggendario «Ortis» foscoliano (1802), fu proprio una narrazione epistolare. Chi avrebbe mai immaginato, però, che oltre due secoli più tardi sarebbero tornate tanto attuali per noi, chiusi nelle nostre stanze fra incertezze, silenzi, solitudini da colmare e piccoli quotidiani gesti da riscoprire?

Attenzione, però, a non precipitarsi al pc: per partecipare - è questo, da sempre, lo spirito del Festival - è necessario armarsi di carta e penna e scrivere a mano. Un gesto antico, profondo e potente in grado di dare voce a emozioni, paure, ricordi, esperienze e speranze, azzerare distanze geografiche, anagrafiche e culturali, metterci in contatto con le nostre riflessioni più intime.

In questi anni l'hanno fatto in 25mila: le loro lettere sono tutte gelosamente custodite negli archivi del Festival. Fra le altre categorie «Tema libero», «Under 14» e «Lettera dal cassetto», dedicata alle missive del secolo scorso (bando completo su festivaldellelettere.it).

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