Lezioni d'arabo a bimbi italiani, scoppia la polemica a scuola

In un istituto elementare di Cernusco sul Naviglio, comune targato Pd, lezioni di arabo agli alunni. Insorge la Lega

Lezioni d'arabo a bimbi italiani, scoppia la polemica a scuola

In una scuola elementare di Cernusco sul Naviglio, comune in provincia di Milano, è scoppiata una guerra un po’ religiosa e molto politica, dopo che gli alunni, italiani, a maggio hanno assistito a una lezione di arabo. Dura la reazione di alcuni esponenti della Lega e richiesta di spiegazioni da parte dei genitori. Tutto ha avuto inizio quando una bambina frequentante la seconda elementare dell’Istituto Montalcini di Cernusco è tornata a casa raccontando a mamma e papà di aver imparato a scrivere il suo nome in arabo. Apriti cielo. Secondo quanto emerso, per pagare l’insegnante medrelingua sarebbero stati usati dei fondi del Comune, che amministrato dal Pd. La motivazione per giustificare l’ora di arabo sarebbe stata quella di aiutare una bambina di origini egiziane a integrarsi nella classe.

Peccato però che la piccola in questione sia già benissimo integrata, essendo nata e cresciuta in Italia e parlando in modo corretto la nostra lingua. E anche se il costo complessivo delle lezioni, quattro di un’ora ciascuna, non è alto, si aggira intorno ai 120 euro, questo particolare non sembra calmare i toni delle polemiche. Insorge il Carroccio per bocca della leghista Paola Malcangio che sottolinea come questo sia “un intervento che non rientra nei casi di mediazione culturale, cui sono destinati i soldi pubblici, è urgente una spiegazione. Il denaro serve ad aiutare chi arriva a integrarsi e a sostenere ragazzini che hanno forti difficoltà linguistiche. Questa operazione improvvisata non rientra in nessuno dei due casi, la piccola di origini egiziane per cui è stata organizzata è nata qui e parla benissimo italiano”.

E ha poi aggiunto: "Qui non sono gli arabi che imparano l’italiano, ma il contrario, è un mondo che va alla rovescia”. La polemica con tutta probabilità raggiungerà le sedi legali. Sono stati proprio i genitori degli alunni a chiedere chiarimenti all’istituto, per poter comprendere meglio il motivo di questa scelta, presa tra l’altro senza informarli. La consigliera di opposizione ha inoltre sottolineato che vi sono anche altre comunità in città, come per esempio quella cinese, non spiegandosi perché quella araba debba avere lezioni personalizzate e l’altra no. Secondo la Malcangio sarebbe un’azione discriminatoria e ha pertanto presentato un'interpellanza.

Nico Acampora, assessore all’istruzione, ha preso le difese dell’Istituto dicendo: “Ho il massimo rispetto dell’autonomia dei docenti soprattutto quando fanno scelte che promuovono inclusione e cultura”.

In risposta alle parole della leghista ha parlato il vicesindaco Daniele Restelli “Non ci permettiamo di giudicare l’operato degli insegnanti, l’Assemblea dei comuni del Distretto si limita a mettere i professionisti a loro disposizione. Lo faremo, se richiesto, volentieri anche per i cinesi”.

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