Chat e musica: anche in metrò milanesi «malati» di smartphone

Elena Gaiardoni

Quando vedi una signora con un libro, per paradosso, pare il cammeo di un futuro slow, elegante, in mezzo ai «naviganti» della rete, che in metropolitana sono scostanti e maleducati, ma sopratutto paiono il popolo di un nevrotico luna park. Secondo un sondaggio della rivista HiTech quattro milanesi su dieci (40,6%) in metro sono così incollati a cellulari e smartphone, che se salisse una tigre non se ne accorgerebbero. Sui telefonini digitano, chiamano a voce alta, giocano a gomiti appuntiti, chattano a testa bassa.

Il cellulare è un totem, la primitiva indispensabile clava; lungo il biscione dello scompartimento vedi la sua faccina colorata a cui il popolo mira con volgare venerazione. Il 29% naviga sui social; il 26,7% «messaggia-chatta»; il 20,2% ascolta musica (di cui il 12,6% con YouTube e il 29,1% con Spotify); l'8,6% gioca; il 3,2% compie ricerche su vari motori (su Safari va il 20%); l'1,3% utilizza applicazioni su trasporti e turismo; l'1,2% si spiattella su selfie.

Tra i social, l'86% preferisce Facebook, seguito dal 13,6% con Instagram e dallo 0,4% con Twitter.

Per messaggistica e chat l'87% dei rapaci «digitatori» manovra a piene e spicce mani WhatsApp come scimmie con barattoli di noccioline; il 4,6% si divide equamente fra SMS e We Chat; l'1,8% fra Snapchat e Telegram; lo 0,5% usa Viber. Fra i giochi vince Candy Crush con il 28,8%; Clash of Clams e Clash Royale si attestano al 6,1%.

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