"La ciclabile aiuta i negozi". "No, è solo ideologica"

Scontro fra comitati e commercianti di Buenos Aires. La proposta: "Ma via i posteggi per le auto"

"La ciclabile aiuta i negozi". "No, è solo ideologica"

Sì alla ciclabile di corso Buenos Aires, con un'importante variazione: via tutte le strisce blu dalla strada, cioè cancellare i posteggi per le auto. È la linea del Comitato cittadino Venezia Buenos Aires, che ieri ha organizzato un dibattito con commercianti, residenti, albergatori e rappresentanti di Ciclobby. Ha partecipato l'assessore all'Urbanistica Pierfrancesco Maran. L'idea è che la nuova pista, «partita malissimo, ma che può essere corretta», non danneggi i negozi. Al contrario. Tuttavia proprio tra i commercianti resta viva anche la posizione opposta, contraria alla pista, portata avanti da Ascobaires.

«Portiamo proposte dal basso - sottolinea Carlo Montalbetti -. La ciclabile in corso Buenos Aires è un segnale importante per il futuro, in cui la mobilità dolce sarà sempre più presente. La pista è nella natura del corso, i numeri sul suo utilizzo dicono che ci voleva. Certo, sono necessari alcuni correttivi». Via i posteggi per le auto, sì a taxi, carico e scarico e parcheggi per disabili. Ancora: più verde, più rastrelliere e più vigili per sanzionare chi va troppo veloce. Così Paolo Uguccioni, rappresentante del Comitato e in passato presidente di Acobaires: «Milano è piatta e si arriva ovunque in bici, è perfetta per le due ruote. Il Comune abbia più coraggio, non faccia le cose a metà. In questa direzione vanno le nostre proposte, che non sono tecniche ma di buon senso. Togliamo i posteggi e la pista diventi a due corsie per senso di marcia, poi allarghiamo i marciapiedi». Un altro ex presidente di Ascobaires, Roberto Balsamo: «Ero contrario anni fa, ma la nostra categoria si è evoluta e c'è stato un cambio di rotta. Sala non abbia paura, porti in fondo la ciclabile». Maran ha accolto le proposte e ha aggiunto: «Il conflitto politico su questo argomento è fisiologico. Tuttavia in genere la sostenibilità aiuta anche il commercio. Buenos Aires deve essere ripensata, per gradi. Il progetto della pista è in evoluzione e il vantaggio di testare una novità è che poi si può correggere, come è stato fatto in piazza Oberdan».

Il corso, dicono al dibattito, in questo momento è più vivo del centro: gli affari vanno meglio. Di tutt'altro avviso è Gabriel Meghnagi, presidente attuale di Ascobaires e presidente delle Vie associative di Confcommercio: «Ho negozi in diverse zone della città e Buenos Aires è quella che soffre di più. Le cose vanno male, incidenti e incolonnamenti non aiutano di certo. Ci sono meno clienti, a prescindere dal lock down, e i fornitori fanno fatica a scaricare la merce. Persino le ambulanze accedono con difficoltà, per non parlare dei rischi che corrono tutti gli utenti, dai pedoni ai ciclisti stessi». Il rappresentante dei commercianti insiste: «Questa è una ciclabile ideologica. I negozianti storici del corso non la vogliono, in un sondaggio abbiamo raccolto 107 pareri di esercenti di qui e solo sette sono a favore.

L'hanno fatta senza interpellarci e siamo l'associazione di commercianti più rappresentativa. Non siamo contrari alla mobilità green, però ci sono vie in cui non è possibile. Sarebbe stato meglio farla nella vie limitrofe, ma è su Buenos Aires che hanno voluto piantare la bandierina...».

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