Cineteca, viaggio nella Milano dei film

Visite negli archivi sotterranei: la realtà aumentata riporta all'800

Ritorno al passato. Un viaggio all'indietro nel tempo nella Milano ritratta nei film. La tecnologia del terzo millennio consente anche quello che fino a qualche anno fa valeva soltanto al cinema. Un itinerario fantasioso - per non dire fantascientifico - in uno ieri lontano. E quello che spunta dai preziosi archivi della Cineteca in viale Fulvio testi è un materiale di prim'ordine, considerato oggi archeologia cinematografica. Eppure la suggestione dei secoli andati ritorna viva con gli strumenti avveniristici usciti dai laboratori.

Si chiama «realtà aumentata» e permette al visitatore di immergersi in quelle lontane cornici come se fosse oggi. Attualità. Quotidianità. «Bella Milano!» è il titolo di questo pindarico volo nel tempo attraverso le pellicole che giacciono a dieci gradi nei sotterranei del Mic. Visitarli è possibile e da sabato fino all'autunno - da martedì a domenica alle 16.30 - si potrà partecipare a un tour al fresco, graditissimo nei mesi più caldi, durante i quali verrà fornito un abbigliamento adatto da indossare nel corso della discesa.

Soprattutto verranno dati in uso occhiali particolari che permetteranno di immedesimarsi e apprezzare questa realtà aumentata, una dimensione in cui lo spettatore si troverà immerso in ciò che vedrà. E il salto all'indietro riporta addirittura al 1896, ovvero alla nascita del cinematografo e all'esordio dei Lumière. Non a caso furono proprio gli operatori degli inventori della Settima Arte a filmare I bagni Diana, la prima piscina pubblica di Milano nello scomparso hotel Diana di allora, del quale restano pallide tracce nel Diana Sheraton di Porta Venezia.

Allo stesso anno riporta Palle di neve al Castello, un cortometraggio di Italo Pacchioni che riproduce lo Sforzesco prima dei restauri di inizio secolo.

Un cammino che procede passo passo nei decenni, attraversando l'Italia del primo e del secondo Dopoguerra, fino ai capolavori girati in città da Michelangelo Antonioni nel 1950 in Cronaca di un amore e da Vittorio De Sica in Miracolo a Milano (1951) passando per Gli uomini che mascalzoni! (1932) di Mario Camerini che portò al successo la canzone «Parlami d'amore Mariù». Dalla memoria riemergono Lambrate e l'Ortica di un tempo. E gli scavi della Mm1, metrò d'antan.

SteG

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