È una città a misura di bici? Andateci piano

C'è una città che pedala e c'è un'amministrazione che ha tanta fretta di farla pedalare. Forse troppa. Ma Milano non è Amsterdam e per ritagliarla a misura perfetta di bicicletta ci vorrebbe un po' più di pazienza. Tenendo conto anche che nelle esigenze di mobilità di una metropoli sono tanti i soggetti che hanno diritto di essere tutelati. Non solo i ciclisti. Però questa giunta va avanti a tutto vapore. Così le piste ciclabili che stanno nascendo un po' ovunque, in molti casi non sembrano all'altezza della situazione. E un campanello d'allarme sono le proteste dei residenti dei quartieri che spesso si vedono portar via preziosi posteggi o pezzi di carreggiata. Ma anche dei ciclisti stessi che devono fare i conti con «pezzettini» di piste che si interrompono, spariscono e non perfettamente protette dal traffico automobilistico.

E ancora. A bocciare Milano, ma non solo Milano perchè le altre città italiane non è che stiano messe meglio, è anche una ricerca di Altroconsumo che denuncia una situazione di viabilità cittadina abbastanza precaria. Sulle corsie riservate infatti a Milano la segnaletica è confusa o spesso assente e le condizioni di sicurezza sono scarse sopratutto quando i tratti riservati alle due ruote dovono «convivere» con quelli dove passano auto e mezzi a motore. In parole povere mancano le necessarie protezioni.

É forse il prezzo che si sta pagando a una un'ideologia che vede come pensiero dominate quello delle auto e chi le usa come il peggiore dei mali. Ormai la parola d'ordine, quella politicamente più corretta, è mettere le biciclette davanti a tutto. La bici non fa rumore, non inquina, fa bene alla salute e all'umore, occupa poco spazio quindi è giusto incentivarne l'uso. Sacrosanto direi. Ma c'è un ma.

Dare la possibilità ai milanesi di caricare le due ruote sui mezzi pubblici ad esempio è un passo avanti solo se si procede allo stesso modo garantendo l'uso dei mezzi pubblici ad altre categorie che in qualche caso sono anche più deboli dei ciclisti. Non è un bel messaggio dare la possibilità a un ciclista di salire sulle carrozze del metrò se poi fanno fatica a farlo i portatori di handicap o le mamme con i passeggini perchè la manutenzione degli ascensori o delle scale mobili lascia a desiderare.

Non è un bel messaggio bloccare per una domenica una città intera per dare a molti ( ma non a tutti) la possibilità di godersela pedalando o pattinando quando basterebbe bloccare il solo centro storico. Non è un bel messaggio assistere impotenti alla maleducazione di molti ciclisti ai quali chissà perchè viene garantita una inspiegabile impunità. E non è un bel messaggio vedersi imporre le cose.

Giusto che chi ha voglia di pedalare abbia la possibilità di farlo, abbia piste ciclabili sicure e non occupate dalle auto in sosta selvaggia fin sotto casa e possa portarsi le bici sui mezzi. Ma ci sono anche gli altri. E meritano le stesse attenzioni.

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