Altre 300 stanze per la quarantena. Questa volta a metterlo a disposizione il Comune, grazie alla generosità dei privati, che ha requisito l'Hotel Michelangelo, vicino alla stazione Centrale. «Dobbiamo pensare alla malattia, ma dobbiamo pensare essenzialmente alle persone - ha spiegato il sindaco Beppe Sala-: l'Hotel Michelangelo, una struttura con circa 300 camere, era un hotel già in chiusura prima del coronavirus: noi ora lo prendiamo per metterlo a disposizione di Prefettura e autorità sanitarie pensando che dovrà servire, in particolare, a chi farà quarantena». Non è finita qui: l'amministrazione continua a cercare spazi da mettere a disposizione della collettività, e resto ne verranno annunciati di nuovi.. «Io sono certo che usciremo da questa situazione, ma sono altrettanto certo che sarà una maratona- continua Sala- quindi dovremo andare avanti con senso di responsabilità». Un senso di responsabilità che invoca in continuazione cercando a convincere i milanesi a stare a casa il più possibile.
«Non bastano gli ospedali per il coronavirus, in Lombardia serve una rete di territorio per i positivi con sintomi lievi, per le persone in quarantena che possono contagiare i familiari, per i tanti lavoratori esposti a rischi» spiega l'assessore comunale all'Urbanistica Pierfrancesco Maran -. Se guardiamo i dati i veri focolai sono purtroppo gli ospedali stessi e i contesti familiari, è lì la frontiera dell'emergenza, è lì dove oggi siamo più deboli in Lombardia».
Ecco allora che il Comune ha requisito con il benestare della proprietà «che è guidata da persona con spiccata sensibilità sociale e che ringrazierò sempre» precisa Maran l'albergo 4 stelle che si sviluppa su 17 piani, collegati da quattro ascensori per un totale di 306 stanze. I proprietari stanno presentando al Comune una proposta di demolizione e ricostruzione, ma l'hotel con ogni probabilità non verrà mai riaperto e la proprietà è disponibile a mettere a disposizione la struttura per uso temporaneo.
Qui verranno ospitati medici e infermieri che lavorano ma che vorrebbero preservare le loro famiglie dal rischio di contagio e che quindi preferiscono vivere, in questo periodo, lontano da casa, i soggetti sottoposti a quarantena obbligatoria cioè pazienti positivi al virus ma non ospedalizzati e che non possono trascorrere l'isolamento nel loro domicilio perché non adatto e senza fissa dimora o migranti ospitati in centri di accoglienza costretti all'isolamento. Un'area separata sarà riservata agli agenti in quarantena che non hanno alloggi adeguati.
Milano Ristorazione si occuperà dei pasti consegnati in monoporzioni termosaldate. Tutto è pronto, la struttura potrebbe aprire già in settimana.
«Vogliamo che sia la prima struttura di questo tipo, insieme al vicesindaco Anna Scavuzzo - conclude Maran - e l'assessore Gabriele Rabaiotti e tanti lavoratori del Comune siamo in campo senza sosta per ampliare rapidamente la rete di servizi sul territorio».
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