La Corte dei conti «Più trasparenza per l'Esposizione»

Forse sarebbe stato più utile lanciare il monito qualche anno fa, prima che gli scandali si susseguissero con reglarità preoccupante. Prima degli arresti, delle tangenti e delle infiltrazioni della criminalità organizzata. Ora, invece, ha quasi il sapore della beffa. Ma tant'è, a cinque mesi dall'apertura di Expo, la Corte dei conti invita la società incaricata di mettere in piedi l'Esposizione a gestire «in modo incisivo e trasparente i problemi ancora presenti - si legge in una relazione dei giudici di via Marina -, assicurando la legalità delle procedure di affidamento delle opere e dei servizi» per salvaguardare «anche l'immagine del Paese nel contesto internazionale». I giudici, poi, ricordano come l'area effettivamente individuata quale «sito espositivo» risulti per l'85% di proprietà privata, e «come tale circostanza abbia determinato diverse criticità, sia per i costi di acquisizione che per le difficoltà operative connesse alle procedure di rilascio delle aree».

Per i giudici «la convergenza di interessi pubblici e privati che ne ha costituito lo scenario di fondo avrebbe potuto essere caratterizzato da un diverso e più omogeneo coinvolgimento degli operatori privati coinvolti, specie nella ripartizione dei rischi e nell'efficientizzazione delle risorse».

Tra le criticità incontrate fin dall'inizio dalla società di gestione, la Corte ricorda (...)

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