Alfredo Zini, presidente del Club Imprese storiche di Confcommercio Milano e titolare del ristorante «Al Tronco» in zona Isola. Il sindaco ha annunciato ieri il taglio della Cosap nella fase 2 per i locali che possono estendere i dehor all'aperto. É soddisfatto?
«Tutte le iniziative a sostegno delle imprese vanno bene, ma spero si metta mano anche alla tassa sui rifiuti. Praticamente non lavoriamo da metà febbraio, se va bene riapriremo a metà maggio, non produciamo e paghiamo lo stesso il servizio».
Il Comune dovrebbe cancellare la Tari per i mesi di chiusura?
«Penso che vada proprio rivista al ribasso la tariffa come minimo fino alla fine dell'anno. Va bene il taglio della Cosap, ma non tutti i locali potranno usufruirne, alcuni non hanno nemmeno i dehor, altri non potranno comunque estendersi oltre per mancanza di spazio. La tassa rifiuti invece viene pagata da tutti i pubblici esercizi e ci si deve rendere conto che nei prossimi mesi, almeno fino a fine anno, saranno costretti a ridurre i posti, non ci saranno turisti e probabilmente anche i milanesi non usciranno come prima, temiamo perdite intorno al 70 per cento. La tariffa andrebbe proporzionata al servizio reale».
Il settore è pronto ad affrontare la «fase 2»?
«Ci sono ancora troppe incertezze e non si programma la riapertura dalla sera alla mattna. Ripartire ma come? Quali spazi di sicurezza andranno tenuti nelle cucine? Le sanificazioni delle parti comuni dovranno essere certificate da una ditta specializzata? Nel caso serve una tempistica certa, vanno prenotati subito gli interventi, non ci sono solo cento locali a Milano. E poi, se dobbiamo limitare i posti potremo tenere in sala i tavoli in più o dovremo ricoverarli, spendendo per l'affitto di uno spazio? Le tovaglie dovranno essere monouso? Forse hanno ragione alcuni colleghi...».
Che cosa dicono?
«Che se ci sono solo costi è meglio restare chiusi del tutto anche nella fase 2, per qualche mese. A Milano sta girando questa voce. Faccio qualche esempio: ci vogliono i dispenser, mascherine, divisori di plexiglass tra i tavoli che costano 70/90 euro l'uno e andranno buttati una volta passata l'emergenza, ovviamente si spera il prima possibile. Non ci saranno i turisti e a causa della crisi caleranno anche i milanesi».
Sarete anche sotto controllo.
«Ecco, se ci chiedono di essere collaborativi ci sarà invece un atteggiamento vessatorio sulle misure da osservare? Sanzioni? Questo aspetto ci preoccupa, ci siamo già passati in passato».
C'è il rischio di un taglio al personale?
«É l'aspetto che turba di
più i titolari, servono incentivi a mantenere l'occupazione. Lo Stato dovrebbe consentire di versare una sola contribuzione ogni 3/4 dipendenti per qualche mese. Serve una cabina di regia per valutare strumenti e risorse».
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