«Cyberbullismo e pay tivù, così combattiamo gli abusi» La presidente del Corecom ha firmato un protocollo col prefetto Tronca per proteggere i giovani «così sprovveduti quando navigano su internet»

In Lombardia c'è un progetto pilota nel panorama italiano ed è lo Sportello Help Web Reputation Giovani che aiuta a difendere la propria reputazione nella Rete. Soprattutto da chi, attraverso il web, abusa dei dati sensibili altrui. A gestirlo è il Corecom, il Comitato regionale per le comunicazioni lombardo, l'emanazione territoriale dell'Agcom che si occupa anche di molte altre questioni. Alcune, come quelle che riguardano i giovani e internet, che diventano sempre più delicate. A parlarne la giornalista Federica Zanella che da due anni, dopo esserne stata membro con deleghe sulle televisioni, ne è diventata la presidente.

Presidente Zanella, partiamo dallo sportello Help Web Reputation: a chi si rivolge e soprattutto come funziona?

«Abbiamo richieste anche da cittadini di quarantacinque anni, ma nasce soprattutto per i teenager: una generazione molto più brava di noi con il web, ma che talvolta lo usa con leggerezza, senza la necessaria consapevolezza delle conseguenze che ciò può avere. Abbiamo un pool interno che raccoglie le denunce, le valuta e le smista. Se ci sono rilievi penali come casi di diffamazione o furto di identità, lavoriamo assieme alla polizia postale. Ma in ogni caso eventuali immagini personali, commenti o contenuti lesivi vengono rimossi su richiesta dell'interessato».

Pochi giorni fa su questi temi avete firmato un protocollo d'intesa con il prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca. In cosa consiste?

«Con la prefettura faremo incontri a cadenza fissa, bimestrale, per rafforzare il coordinamento con le istituzioni e le forze dell'ordine».

Lo sportello è attivo da quasi un anno: con quali risultati?

«Abbiamo risolto il 6 per cento dei casi di cyberbullsimo a Milano e dintorni. Poi c'è la prevenzione, fatta di incontri di sensibilizzazione nelle scuole con 12mila studenti e di corsi in cui si spiegano ai ragazzi, concretamente, le impostazioni da scegliere per tutelare la propria privacy sui vari social network ».

Qual è il compito del Corecom?

«Il Corecom Lombardia fa parte di un progetto su scala europea chiamato “Safer internet” e che in Italia è gestito dal Miur. Aggiungo che l'esperienza maturata nel campo del cyberbullismo l'ho raccontata anche in un capitolo del volume di Franco Pizzetti su “Internet e la tutela della persona”, pubblicato da Astrid».

Lei fa parte del comitato Media e minori del Mise, il Corecom vigila sul rispetto delle emittenti di queste regole, oltre che di quelle sulla par condicio: qual è lo stato di salute delle televisioni locali su questo fronte?

«In generale abbastanza buono: negli ultimi quattro anni ci sono state otto sanzioni irrogate dall'Agcom su nostra proposta, sei per mancanza di bollino rosso in programmi non adatti ai minori, una per uno spot non conforme andato in onda durante i cartoni animati, più una contestazione per immagini non adatte ai minori durante un tg. Abbiamo anche formulato dei consigli migliorativi del nuovo codice media minori che è in fieri».

L'organismo che lei presiede è responsabile delle graduatorie per i contributi televisivi alle emittenti locali: tema importante, visto l'avvento del digitale e la contrazione dei ricavi pubblicitari. Quali criteri seguite?

«Sono contraria ai contributi a pioggia uguali per tutti. Non trovo giusto dare fondi a tv che vivono solo di maghi e televendite: i bandi vanno profilati di più in base a una logica qualitativa, favorendo chi fa un vero servizio pubblico, premiando le autoproduzioni che si occupano del territorio».

Corecom offre anche la conciliazione gratuita per gli utenti nelle controversie con gli operatori delle compagnie di telefonia mobile e fissa e nei contratti televisivi con le pay tv: come funziona?

«Chiunque si può rivolgere a noi compilando il form online o nei

nostri uffici in via Filzi. Assistiamo i cittadini in modo gratuito. Nel primo semestre del 2015, a fronte di 3.350 richieste, questo sistema ha consentito il recupero di oltre 1 milione e 400mila euro versati indebitamente».

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