Nei giorni scorsi è scomparso un artista milanese che ha dato tanto alla ricerca contemporanea. Davide Nido aveva solo 48 anni e faceva parte di quella «generazione di mezzo» che, all'indomani della stagione concettuale e lontana dai nomadismi della Transavanguardia, cercava una propria identità all'interno della nuova figurazione. Gli anni '90 sono stati quelli in cui questa nuova generazione ha visto sotto la Madonnina l'emergere di personalità che presto si affermarono sul mercato: Luca Pignatelli, Marco Cingolani, Massimo Kaufmann, Giovanni Frangi, Federico Guida, Dani Vescovi, Alessandro Papetti, sono stati qui i paladini della proposta pittorica apprezzata da un collezionismo che non si riconosceva nell'arte dei nuovi media, nei video o nelle installazioni. Tra questi Nido era una figura anomala, per certi versi un outsider. Ad alcuni di questi artisti lo legava un percorso formativo che dall'Accademia di Brera, lo aveva portato a condividere la «bottega» del maestro torinese Aldo Mondino. La carriera di un artista, si sa, è fatta soprattutto di incontri. E di amicizie. Ma lui, timido e riservato, aveva fin da subito intrapreso una strada coraggiosa e totalmente autonoma: quella di un'astrazione in cui inseguiva un'idea della pittura attraverso il colore e l'uso singolare di colle «sparate» a caldo sulla tela. Quelle gocce, che lui aveva ribattezzato «pilloli», moltiplicandosi davano vita ad infinite trame che ora rimandavano alla mente il pountillisme di impressionista memoria ora l'effetto psichedelico delle composizioni optical. Un percorso coraggioso, si diceva, che Nido non ha mai abbandonato anche negli anni in cui la «nuova pittura» apprezzata dal mercato era soltanto quella legata a una figurazione che traeva i suoi modelli dai media fotografici, al limite dell'iperrealismo.
Ma i mondi inconfondibili rappresentati sulle sue tele coloratissime restituivano d'incanto la possibilità di un'arte come poesia pura, come sogno ad occhi aperti, come cristallizzazione di un «concetto» di pittura. Lontana da tutto e proprio per questo così vicina al cuore. Ora che la malattia si è portato via l'artista, e anche l'amico, quell'idea sembra più viva che mai.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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