Aler fa il miracolo: destra e sinistra unite per tagliare

Tre mozioni in Regione, ora si cerca un testo condiviso. Altitonante (Pdl): «Società unica, via 156 incarichi»

Aler fa il miracolo: destra e sinistra unite per tagliare

Una riforma dell'Aler che la rivoluzionerà dalle fondamenta. A cominciare (o meglio a finire) dal nome. Sono già tre le mozioni in consiglio regionale per riformare l'Azienda lombarda edilizia residenziale che si occupa dell'assegnazione e della gestione delle case popolari. Perché a quella inizialmente presentata dal consigliere del Pdl Fabio Altionante, si sono aggiunte quelle del centrosinistra con in testa le firme di Onorio Rosati, Lucia Castellano e del capogruppo Alessandro Alfieri e quella del leghista Massimiliano Romeo.

Un ingorgo che dà la misura di un'emergenza a cui sia il governatore Roberto Maroni che l'assessore alla Casa e Housing sociale Paola Bulbarelli hanno già detto di voler porre rimedio. Perché oggi l'Aler il Lombardia è divisa in 13 organizzazioni territoriali, una per provincia più Busto Arsizio. Il che significa 13 consigli di amministrazione con 7 membri ciascuno, il collegio dei sindaci che sono 3 e l'organismo di vigilanza che sono altri 3. Per un totale di 169 poltrone e un costo annuo di quasi 4 milioni di euro (3.707.998). A cui vanno aggiunti 1.638 dipendenti tra cui molti dirigenti.

«Un carrozzone più attento agli interessi della politica - accusa Altitonante - che a un reale efficientamento dell'azienda». Perché «confrontando le entrate nette da canoni e i costi gestionali, per il 2011 c'è uno sbilanciamento strutturale pari a meno 30 milioni di euro». Di qui la proposta choc di «creare un'unica società di livello europeo, da realizzare mediante la fusione delle attuali 13 aziende». Un unico organismo, dunque, con un unico cda, unica vigilanza e unico collegio sindacale: 156 poltrone (e stipendi) sottratti alle assegnazioni della politica e una spesa in emolumenti di 265.230 euro all'anno, a fronte degli attuali 3,7 milioni.

«La politica non deve gestire e avere posti da occupare - aggiunge Altitonante -, ma solo aumentare l'efficienza e controllare: vigilare e dare la strategia, le linee guida. Serve un salto culturale». Ma i risparmi saranno molti di più grazie ad appalti unici ed economie di scala, visto che solo di manutenzione costa 200 milioni di euro all'anno. «È giusto che le case popolari siano gestite dal pubblico, ma non dobbiamo tenere in vita questo carrozzone. Ora che i cda sono in scadenza servono 13 commissari per traghettare l'Aler verso una riforma ormai indispensabile».

Preoccupazioni condivise anche dalla mozione del centrosinistra che ricorda come presidente e vicepresidente del cda siano nominati dalla giunta regionale e il direttore dal cda su proposta del presidente Aler. Di qui la richiesta di una «riforma delle Aler che veda protagonisti gli enti locali trasformandole in Aziende di servizio», con riduzione dei cda e «accorpamenti territoriali». Così come chiede il leghista Romeo che ne vorrebbe però conservare 8. Molte idee comuni che dovrebbero portare al tentativo di elaborare un testo comune, rinviando la discussione di domani al Pirellone.

«Una riforma assolutamente necessaria - assicura l'assessore Bulbarelli - che va realizzato in pochi mesi, a cominciare dal nome. Ne abbiamo già alcuni in esame, decideremo».

Ad ispirarla, spiega Bulbarelli «la creazione di due strade che dovranno rimanere ben distinte: da una parte la gestione aziendale che dovrà stare molto attenta al lato economico per evitare le attuali gravi difficoltà nei bilanci, ma dall'altro un'assoluta attenzione alla socialità, all'aiuto da dare alle famiglie per un bene indispensabile come la casa».

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