Detenuto straniero aggredisce poliziotta in ospedale

Il responsabile si trovava ricoverato presso il reparto di psichiatria del Fatebenefratelli

Detenuto straniero aggredisce poliziotta in ospedale

Un nuovo grave episodio di violenza ai danni del personale di Polizia penitenziaria arriva oggi da Milano, dove un'agente è stata aggredita da un detenuto straniero che si trovava ricoverato presso l'ospedale Fatebenefratelli.

I fatti

A denunciare i fatti è il segretario regionale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe) per la Lombardia, Alfonso Greco. Il responsabile stava ricevendo assistenza medica nel reparto psichiatrico del nosocomio, quando, per futili motivi, ha cercato di aggredire una Assistente capo coordinatore di Polizia Penitenziaria che si stava occupando del piantonamento. Per fortuna un collega della poliziotta è intervenuto prontamente in suo soccorso, prima che la situazione potesse ulteriormente degenerare."Ancora una volta il personale di Polizia Penitenziaria è riuscito ad evitare il peggio e a gestire la situazione con professionalità", ha commentato il segretario regionale del sindacato.

L'allarme del Sappe

"La problematica della gestione dei detenuti psichiatrici dovrebbe essere la priorità dell'Amministrazione Penitenziaria in questo momento storico", lamenta il Sappe. "Tale tipologia di ristretti sta devastando un sistema detentivo già precario dove a farne le spese è soprattutto il personale di Polizia Penitenziaria", denuncia ancora una volta il sindacato. I detenuti con problematiche di natura psichiatrica dovrebbero essere assistiti dal personale medico in strutture adeguate, prosegue il comunicato. "Il personale di polizia penitenziaria oltre a fare l'educatore, lo psicologo il cappellano ecc, non può svolgere anche il mestiere dello psichiatra…non c'è più spazio e tempo per poter mutuare anche questa professione", conclude amaramente la nota.

Le parole del segretario generale

"La grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria che nelle corsie degli Ospedali italiani ogni giorno sono impegnati in attività di piantonamento e sorveglianza", dichiara il segretario generale del Sappe, che ancora una volta tenta di portare al centro dell'attenzione mediatica la difficile situazione in cui gli agenti si trovano ad operare.

Dopo aver rivolto la propria solidarietà alla poliziotta aggredita in ospedale e lodato la prontezza d'intervento del collega, Donato Capece chiede alle istituzioni un intervento risolutivo. "Cambiano governi, Ministri della Giustizia e Capi del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria", prosegue il segretario generale del sindacato,"ma non cambia l'indifferenza verso l'invivibilità delle carceri del Paese e le violenze che quotidianamente subisce la Polizia Penitenziaria: aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, cosi come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all'ordine del giorno. Ma sembra che a nessuno freghi nulla".

Prevedere un nuovo modello custodiale, specie in ospedale, è una necessità improrogabile, spiega ancora Capece, dato che "anche la gestione dei detenuti con problemi psichiatrici, che hanno invaso le carceri dopo la chiusura degli O.p.g. e fatto aumentare il numero degli eventi critici, merita attenzione ed una urgente e compiuta risoluzione".

L'auspicio è che il prossimo esecutivo possa metter mano alla situazione, individuando "una persona per la Giustizia che non trascuri la situazione nelle nostre carceri, che resta allarmante. È necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità penitenziarie".

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