Milano che si prepara allExpo, Milano internazionale, Milano polo di moda e design. Tutto vero, ma anche Milano che non è ancora a misura di disabili e che deve rimuovere un mare di barriere architettoniche.
Per rendercene conto abbiamo fatto un giro nel luogo simbolo della città (piazza Duomo) cercando di individuare ostacoli e intoppi per chi si muove in sedia a rotelle. Ad aiutarci è stato Enzo Panelli, dellassociazione di unità spinale al Niguarda, costretto da una ventina di anni sulla carrozzina a seguito di un incidente. Al suo fianco linseparabile compagna: Jana, un labrador nero come il carbone che lo assiste anche nelle sedute di pet teraphy con i disabili. In unora ci siamo resi conto che la piazza non è per tutti. O meglio, lo è solo in parte. Cosa può fare un disabile? Può entrare a palazzo Reale per vedere una mostra, questo sì. E può anche salire al museo del Novecento grazie allascensore.
Ma, ahimé, non può scendere in metrò. Dopo un rapido giro tra le varie scalinate di accesso alla linea 1 abbiamo dovuto constatare la triste verità: non cè nemmeno un montacarichi. Proviamo ad arrangiarci in qualche modo e andiamo allascensore di via Pellico, a ridosso della galleria Vittorio Emanuele. Chiuso. Enzo preme il tasto di chiamata. Non funziona. E allora guarda Jana e sorride scuotendo il capo. Ci spiega che succede sempre così: «O gli ascensori non funzionano, o bisogna andare a caccia di qualcuno che abbia la chiave per attivarli. O spunta qualcun altro che spiega che proprio quel giorno ci sono stati dei problemi». Ma «proprio quel giorno...» è una frase che, a detta di Enzo e dei suoi amici, viene ripetuta un po troppo spesso, ovunque.
Proviamo a salire in Duomo: impossibile farlo come la maggior parte dei turisti. Ci sono quattro gradini che non permettono di raggiungere lascensore. Un responsabile però ci spiega che per i disabili è possibile entrare in chiesa, percorrere un corridoio nel retro corso e salire fino a 40 metri, non oltre. Meglio che niente.
A Palazzo della Ragione ci sono quattro scalini impossibili da superare. Un grande classico, a detta di Enzo che, qualche tempo fa, ha avuto qualche problema anche ad entrare al Castello Sforzesco dove poi gli addetti alla sicurezza lo hanno aiutato utilizzando una semplice pedana di legno. «Tante volte - spiega - basterebbe una pedana di legno. Certo, la burocrazia dovrebbe essere meno rigida. Mi è stato spesso detto che la pedana non si può usare per ragioni di sicurezza, perché se qualcuno si fa male non cè la copertura assicurativa». Di fatto la pedana, ci spiega poi un barista, è unoccupazione di suolo pubblico e può essere pericolosa per chi cammina. «Sa, magari qualcuno inciampa».
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