«Ecco uno show da ridere, tale e quale a me»

Dalla tv al palco, Gabriele Cirilli mette in scena il suo trasformismo

Ferruccio GattusoLa storia è ben nota quando si parla di attori, soprattutto comici: la tv aiuta, ma come il teatro non ce n'è. La pensa così anche Gabriele Cirilli, che alla tv non volta certo le spalle anzi addirittura la omaggia sin dal titolo del suo ultimo spettacolo. «#TaleeQualeaMe» - in cartellone fino a domani al Teatro Manzoni (feriali ore 20.45, domenica ore 15,30, ingresso 27-18 euro, info 02.76.36.901) evoca senza il minimo senso di colpa lo spettacolo televisivo «Tale e Quale Show» condotto con successo da Carlo Conti e con altrettanto se non maggiore successo «interpretato» da Gabriele Cirilli. Il comico abruzzese (di Sulmona) ha infatti dato prova, in quella cornice, di eccellenti doti di trasformista: con scoppiettante istrionismo, adattando il tutto ai tempi del palcoscenico, Cirilli trasferisce quella fortunata formula in un rapporto diretto col pubblico. Il passaggio sulla piazza milanese avviene tra l'altro a un anno esatto da quello del gennaio scorso al Teatro della Luna: riveduto e corretto (anche nell'estetica del titolo, oggi adattato al linguaggio dei social network come Twitter) il one man show di Cirilli, scritto con Maria De Luca e Carlo Negri, si rivela un'autobiografia affiancata da una carrellata di imitazioni. Tutto nasce da un baule: «Il mio spiega il comico vuole essere un chiaro omaggio al grande maestro Gigi Proietti, presso il quale ho avuto la fortuna di studiare teatro, a Roma. In un suo celebre one man show Porietti estraeva oggetti, utilizzandoli per scatenare gag. Da un baule molto simile io estraggo pretesti per raccontarmi: è la storia di un comico nato al Sud, emigrato a Roma da giovanissimo, a soli diciannove anni, con il sogno realizzato di entrare nella scuola di Proietti. Tornare a Milano per me è importante e simbolico: proprio qui, dopo una dura gavetta, sono stato scelto dagli autori di 'Zelig'. Salii a Milano con mia moglie Maria: in una settimana trovammo una piccola casa di ringhiera in via Tertulliano, vicino a Piazza Lodi.

Dopo una fase che mi piace definire bohemienne, 'Zelig' cambiò tutto». Ovviamente in meglio: da questo nuovo punto di vista, Cirilli si permette di osservare la realtà contemporanea nella quale i social network la fanno da padrone, e forse ci fregano pure.

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