"Eccomi in versione musical nella mitica School of rock"

Il comico protagonista sul palco del Teatro della Luna nella riedizione italiana dello show curato da Piparo

"Eccomi in versione musical nella mitica School of rock"

«Ho sempre sentito vicini a me attori come Jack Black e John Belushi: non solo per la fisicità che ci accomuna, ma anche per l'ironia e la comicità che da quella fisicità nascono». Ecco perché, spiega Pasquale Petrolo altresì noto come Lillo della coppia Lillo & Greg, trovarsi al centro del musical School Of Rock - il cui adattamento italiano a firma di Massimo Romeo Piparo è atteso al Teatro della Luna da questa sera fino all'8 dicembre - gli sembra un esito naturale della propria carriera. Nella versione originale cinematografica di questo titolo - si tratta di un piccolo film di culto che gode di costante riprogrammazione in tv - il protagonista assoluto era infatti Jack Black, da molti considerato l'erede naturale di Belushi. La versione teatrale andata in scena in questi ultimi cinque anni sui grandi palcoscenici, da Broadway e a Londra, deve il suo successo a diversi fattori: la storia, l'abilità musicale dei giovani membri del cast e le canzoni firmate da Sir Andrew Lloyd Webber, pluripremiato autore di capolavori come Jesus Christ Superstar, Evita e Cats».

Lillo, ci potrebbe dire che effetto le fa questo esordio in grande stile in uno spettacolo musicale?

«Ho avuto bisogno di circa un anno per abituarmi a quest'idea: la scorsa stagione andammo in scena al Teatro Sistina di Roma. Adesso invece siamo in tour, e Milano è sempre una piazza fondamentale. Diciamo che mi sento a metà strada tra lo stupore e qualche nuova consapevolezza: con Greg siamo nati facendo musica, per di più conoscevo a menadito questo film, che ho visto e rivisto. Quando Piparo mi ha cercato, un po' me l'aspettavo».

Qual è il segreto di «School Of Rock»?

«É uno show perfetto per tutta la famiglia, ma senza banalità o furbizie. Ha una storia che fa ridere e commuovere, e che insegna a genitori e figli la necessità di comunicare. E soprattutto chiede ai genitori di assecondare il talento dei figli».

Ci dica in sintesi la storia.

«Un chitarrista un po' sfigato ma passionale, Dewey Finn, viene cacciato dalla band in cui suona. Un giorno ha l'occasione di rifarsi: spacciandosi per il suo migliore amico insegnante delle scuole medie entra in una scuola privata dove decide di sfruttare i suoi studenti più dotati per formare una band con la quale partecipare a un concorso rock».

Nel film venivano citate le grandi band del rock di tutti i tempi, dai Led Zeppelin agli Ac/Dc: qual è il suo rapporto col rock?

«Sono cresciuto a pane e rock: Metallica, Deep Purple, Police e gli stessi Zeppelin».

E di musical invece ne mastica?

«Sempre amato. Il mio titolo preferito è il Rocky Horror Show, anche se mai potrei avere una parte in esso. Non mi ci vedo in giarrettiera. Ma a New York sono stato a vedermi anche quattro o cinque spettacoli, ogni sera a teatro».

Come sono i ragazzini sul palco accanto a lei? In questo spettacolo è fondamentale la loro abilità non solo come attori ma anche come

musicisti.

«Li vedrete. L'Accademia del Teatro Sistina voluta da Massimo Romeo Piparo si sta rivelando fondamentale per preparare giovani performer nel musical. Nel cast sono tutti tra gli undici e i tredici anni di età».

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