Elio fa il monologo di Gaber

La piéce «Il Grigio» secondo l'ex leader delle Storie Tese

Ferruccio Gattuso

C'è un uomo in quella stanza, dove incombono le tracce di un fresco trasloco. Tre pareti (la quarta sono gli occhi del pubblico), scatole di cartone ovunque. E un maledetto topo da acciuffare, piccola ossessione che si fa sempre più grande, sfuggendo tra gli spigoli immateriali dei pensieri. È lui, il topo, Il Grigio dal titolo di un'opera scritta più di trent'anni fa da Giorgio Gaber e Sandro Luporini, primo spettacolo di prosa integrale per colui che era l'artista simbolo del teatro-canzone. «Il Grigio» torna nel luogo dove esordì il 6 dicembre 1988, al Teatro Carcano che con la stagione 2019-2020 parte con Gaber e termina, a maggio, con Il Mistero Buffo di Dario Fo. Scelta non casuale per ribadire la pura «milanesità» di questo spazio. E per rafforzare il concetto, ecco che a vestire i panni del protagonista di un acuto monologo finora interpretato solo da Giorgio Gaber, è Elio, tra le icone artistiche di questa città. Per portarlo sotto questi riflettori, però, c'è voluto un lungo corteggiamento ad opera del regista Giorgio Gallione e del presidente di Fondazione Gaber Paolo Dal Bon, due gaberiani cristallini che, evidentemente, avevano visto lungo. «Io ero pieno di dubbi spiega Elio Mi ritengo un jannaciano, Gaber non l'ho mai approfondito, quasi come autodifesa. Se mi avvicino all'opera di un artista geniale, mi lascio travolgere dalla passione. Difatti ora ci sono dentro in pieno. Perché ho ceduto? Semplice, mi sono detto: se questi due esperti di Gaber per tre anni continuano a dirmi che io sono quello giusto per Il Grigio, chi sono io per avere dubbi? Mi sono affidato alla consapevolezza di chi ne sapeva più di me». Missione riuscita, con importanti accorgimenti cuciti sulla straordinaria versatilità artistica del fondatore delle Storie Tese. «Io resto un musicista spiega Elio e non sono mai stato da solo su un palco, ho sempre cercato la compagnia di altri. Tanto più non avrei potuto reggere un testo di due ore di sola prosa. L'idea con Gallione è stata quella di inserire dieci brani di Gaber, canzoni con testi profetici e ancora oggi attuali.

Canzoni che sintetizzassero alcuni passaggi della storia, perché ciò che sente il protagonista senza nome de Il Grigio, un uomo medio contemporaneo senza nome, è l'inadeguatezza verso la modernità e i mutamenti sociali».

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