Ema addio, Sala fa autocritica. "Ora impegno sulle periferie"

Dopo la sconfitta europea il sindaco ricorda le priorità. Rabbia bipartisan sulla scelta della sede col sorteggio

Ema addio, Sala fa autocritica. "Ora impegno sulle periferie"

È stata «una notte insonne, non ho chiuso occhio» ammette il sindaco il giorno dopo la batosta Ema. Quando provavo a dormire, racconta sul palco all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Bicocca, «vedevo l'estrazione con il bussolotto e mi agitavo». Un incubo. Nei commenti dopo il match per aggiudicarsi la sede dell'Agenzia europea del farmaco, vinta da Amsterdam al sorteggio, prevale la rabbia (bipartisan) per il regolamento Ue che affida la scelta al caso se tra i Paesi che arrivano al ballottaggio c'è parita. Il metodo «è sbagliatissimo, però si sapeva - ammette Beppe Sala - era già codificato così. Rincresce che la scelta su un'Agenzia importante per centinaia di milioni di europei, stiamo parlando dell'approvazione o della decisione di togliere dal mercato un farmaco, venga affidata a un bussolotto. Non so se è una consolazione sperare che dopo queste polemiche il metodo cambi, perchè ormai per noi il treno è andato, certamente non è stata una gran giornata per l'Europa. Ora non ci piangiamo addosso e ricominciamo». La notte insonne è servita a calcolare bene gli schieramenti - «alla fine questa idea di Mediterraneo non c'è - ragiona Sala - non siamo riusciti a portare a casa l'appoggio di blocco mediterraneo» e «probabilmente» la Spagna (che candidava Barcellona) ha tradito - ma anche di autocritica. C'è chi nelle ore della sconfitta ha subito rivendicato una maggiore attenzione della giunta sulle priorità dei milanesi. «Ema non era un tema della mia campagna elettorale, poi è passato questo treno e abbiamo cercato di prenderlo. Questa è una città che funziona splendidamente con unpaio di pecche: le periferie dove sono contento del lavoro di impostazione fatto, ma voglio più velocità e l'ambiente. Serve più energia, anche da parte mia, rinforzeremo la nostra azione su questi aspetti». Ora, «la nostra Ema - si aggancia l'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino - si chiama radicale miglioramento delle periferie milanesi. Tema su cui il Comune quest'anno ha fatto parecchio (ancora nell'ombra) ed al quale oggi va data massima visibilità e potenza. Sapendo che non c'è il sorteggio ed anche lì o si vince o si perde». Era il 12 dicembre di un anno fa quando il sindaco lanciava dal palco del Base in via Bergognone un maxi-piano per le periferie da 356 milioni di euro e quasi ogni giorno il centrodestra ha chiesto alla giunta di uscire dall'ombra visto che la rivoluzione sembra procedere al ralenty.

Restando sul clima post partita per Ema, il governatore Roberto Maroni torna ad affondare il colpo sul governo. «Io è Sala - riconosce - abbiamo fatto tutto per costruire un dossier fortemente competitivo. Resta il dubbio che fra la seconda e la terza votazione, quando c'era bisogno di essere lì e bastavano due voti, se fosse stato lì tutto il governo, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il ministro degli Esteri Angelino Alfano, magari le cose sarebbe andata diversamente. Tutto si è giocato in quella mezz'ora. C'era il sottosegretario Gozi, forse una presenza più autorevole avrebbe fatto la differenza».

Spera che «mai più un'agenzia venga assegnata con sorteggio, come aveva chiesto l'Italia» la ministra per la Salute, Beatrice Lorenzin, mentre il leader della Lega Matteo Salvini avverte che «con il Carroccio al governo la nostra presenza in Europa sarà certamente ridiscussa: ci riempiono di immigrati, ci alzano l'età pensionabile, massacrano i nostri agricoltori e i nostri pescatori e quando c'è un'opportunità di lavoro e di sviluppo per Milano e per l'Italia intera, estraggono a sorte perché non hanno la forza o la voglia di decidere».

L'assessore regionale all'Internazionalizzazione Fabrizio Sala (Forza Italia) è «contento del lavoro di squadra interistituzionale che comunque c'è stato, ora lavoriamo allo stesso modo Human Technopole», il grande polo della scienza e della ricerca che nascerà sulle aree del post Expo.

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