Ema, il sindaco in audizione a Bruxelles

Sala insiste sul "gioco sporco" degli olandesi e chiede un accesso agli atti

Ema, il sindaco in audizione a Bruxelles

Beppe Sala vuole vederci chiaro. E con l'ostinazione di chi pensa di aver ragione tira dritto per la sua strada. Dopo le dichiarazioni del direttore esecutivo dell'Agenzia Europea del Farmaco, Guido Rasi, sulle inefficienze dell'Olanda, che non solo non avrà la sede pronta per il trasloco di Ema da Londra nel marzo 2019, ma addirittura ha offerto una sede transitoria insufficiente a ospitare tutte le attività dell'agenzia, il Comune e il Governo hanno promosso due ricorsi paralleli alla Corte europea di giustizia di Lussemburgo per chiedere l'annullamento dell'assegnazione della sede di Ema a Amsterdam.

Le indiscrezioni dei giorni scorsi alludono a scorrettezze commesse dal governo olandese nella presentazione dei dossier: Olanda e Francia, infatti, avrebbero chiesto la secretazione di alcuni particolari della relazione di candidatura (ovvero le criticità dell'offerta) per «viziare» la valutazione dei 27 Stati Ue. «Ho il sospetto che la sede transitoria che propongono non fosse presente nel dossier» presentato dall'Olanda scriveva ieri il sindaco su facebook. «Ho chiesto ai nostri legali di preparare due atti. Il primo: una domanda di accesso agli atti, indirizzata alla Commissione Europea, per verificare tutti i documenti relativi al dossier di Amsterdam. Il secondo è la richiesta al Parlamento Europeo di essere sentito in audizione, per poter sostenere le nostre ragioni».

Intervenuto al programma Un giorno da pecora di Rai Radio 1, ha rincarato la dose: «Da quando abbiamo fatto ricorso è venuto fuori che gli olandesi hanno secretato una parte del loro dossier, guarda caso dove si parlava del palazzo dove dovrebbe andare, e che l'affitto che faranno pagare è più alto. Inoltre, hanno cominciato a fare delle foto dove si vede che lì, ad oggi, non c'è nulla». Che percentuali ci sono, al momento, che l'Ema sia assegnato a Milano? «Direi un 30% non di più: ma fa niente, lottiamo. Finché si può, bisogna provarci». Sulla stessa linea il governatore lombardo Roberto Maroni su twitter: «Sulla nostra iniziativa per riassegnare Ema a Milano arrivano da Bruxelles segnali contrastanti. Noi ci crediamo e andiamo avanti».

«Il Parlamento Europeo ha ottenuto un sopralluogo che chiarirà l'entità del ritardo degli olandesi. Ora spetta al governo italiano - se ne è in grado - giocare le proprie carte» l'appello della coordinatrice lombarda di Forza Italia Mariastella Gelmini.

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