"Energia e materiali alle stelle. I cantieri con le ore contate"

L'allarme di De Albertis: "Il Comune aggiorni prezzi e contratti, altrimenti molti bandi andranno deserti"

"Energia e materiali alle stelle. I cantieri con le ore contate"

«Con l'aumento dei prezzi dei materiali, che non sono considerati nei bandi di gara pubblici, il rischio è che le gare vadano deserte, con la conseguente paralisi dei cantieri». È l'allarme che lancia Regina de Alberis, presidente di Assimpredil Ance, l'associazione delle Imprese edili e complementari delle province di Milano, Lodi, Monza e Brianza. L'impatto degli aumenti delle materie prime energetiche sulle industrie di produzione di materiali, prodotti e manufatti per l'edilizia, è devastante con effetti negativi che porteranno alla chiusura degli stabilimenti di produzione. Tanto per dare un'idea nelle prime tre settimane di febbraio 2022 il prezzo del gas aveva già subito aumenti del 579,6 per cento rispetto al gennaio 2020, che sommato al recente aumento del 106 per cento arriva a +685,6 per cento rileva il Centro studi di Assolombarda. Non solo, il petrolio segna un aumento del 22 per cento tra il 24 febbraio e il 9 marzo 2022 rispetto alle tre settimane precedenti di febbraio, del 66 per cento l'energia elettrica. Così il prezzo del nichel che fino al 23 febbraio era salito del 72,7 per cento rispetto alla media di gennaio 2020, ha segnato un +259,3 per cento il 9 marzo, il legno tocca il 230,5 per cento di aumento, l'acciaio il 173,4 per cento al 9 marzo.

«Questi effetti negativi stanno colpendo anche le imprese edili che saranno molto probabilmente costrette a chiudere i cantieri con danni economici e sociali incalcolabili» avverte l'associazione. Ora i grandi committenti che lavorano su Milano come Hines, Coima e Crialo e le grandi stazioni appaltanti hanno rivisto i prezzi per adeguare le base d'asta alla luce dei continui rincari dei prezzi e le modalità dei contratti di gara. In sostanza quello che sta accadendo nell'ambito dei privati è un cambiamento nei contratti su modello anglosassone che vede committente e imprese in un'ottica di collaborazione e non più di parti «contrapposte». «Questo nuovo approccio che permette di condividere il rischio di impresa, alla luce del nuovo scenario socio economico, dovrebbe essere applicato anche alle nuove gare nel pubblico, sull'esempio di Cap. Un esempio su tutti che le gare di appalto che abbiamo lanciato come stazione appaltante per Sei Milano, il progetto a Bisceglie - racconta De Albertis - sono andate deserte, perchè sono gare che non prevedono la revisione dei prezzi dei materiali». In palio opere a scomputo oneri di urbanizzazione per 32 milioni di euro: da realizzare un parco, un asilo, una scuola. La gara per l'asilo da 5,8 milioni di euro con prezzi a base d'asta del 2017, è andata deserta perchè sono troppo bassi di almeno un 20 per cento». Il tema è l'aggiornamento dei prezzi da parte del pubblico per rendere le gare sostenibili per gli operatori, pena il blocco delle opere con danni sia per il pubblico che per il privato.

«È quindi necessario - continua de Albertis - che la Regione aggiorni il preziario in modo dinamico, e che con l'amministrazione ci si sieda a un tavolo per trovare un compromesso: ridurre le opere pubbliche previste a fronte dell'importo, o concordare modifiche progettuali meno costose che permettano alle imprese di realizzare le opere senza andare sotto».

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