Il fenomeno

«Stanno scomparendo le belle specializzazioni di Medicina interna e di chirurgia generale. Pochi i pediatri. Tra qualche anno, non ne avremo più». L’allarme lanciato dal presidente dell’Ordine dei medici di Milano, Ugo Garbarini, non è isolato. I medici in Lombardia, Milano in particolare, cominciano a scarseggiare. Il numero tra coloro che ogni anno vanno in pensione e i neo laureati è quasi di due a uno. Per ogni nuovo medico che entra nella professione, due se ne vanno. A mancare non sono gli aspiranti dottori, ma i posti a disposizione nelle università. Lo scorso anno per i 330 posti di Medicina della Statale si sono presentati al test d'ingresso 2.100 aspiranti matricole. Quest’anno, proprio per far fronte al cresciuto fabbisogno di figure sanitarie il Miur ha allargato le maglie del numero chiuso. Per Milano si tratta di un 10 per cento in più dei posti disponibili. In Statale si è passati dai 330 ai 360, in Bicocca le matricole da 100 passeranno a 120, in Cattolica si aggiungono 20 posti e diventano 256, mentre al San Raffaele entreranno 120 futuri medici. «Alla fine degli Anni Settanta c’è stato un boom professionale che sta per esaurirsi creando un forte gap tra chi entra e chi esce», spiega il presidente dell’Ordine dei medici Amedeo Bianco. Gli ambiti più a rischio in tutta la regione sono quattro. Le discipline chirurgiche: Chirurgia, Ginecologia, Ortopedia, Urologia. Le discipline mediche: Pediatria, Medicina interna, Medicina generale Psichiatria, Nefrologia, Malattie dell'apparato respiratorio. I servizi: Igiene e medicina preventiva, Patologia clinica, Anestesia. Infine le specializzazioni in fase di sviluppo, là dove le tecniche sono sempre più complesse e le prestazioni richieste sempre maggiori: si va da Medicina e chirurgia d’urgenza a Ortopedia e traumatologia, da Radiodiagnostica a Neuroradiologia. La data che segnerà il giro di boa è, ancora una volta, il 2015. Ma in questo caso l’Expo non c’entra nulla. Entro tale data tutti i medici che oggi hanno 58-60 anni (e sono la gran parte) saranno andati in pensione. La Lombardia potrebbe dover fronteggiare una carenza di camici bianchi in molte specialità. «I pediatri a Milano sono davvero pochi - ammette Luisa Maria Nino, responsabile della Federazione italiana medici pediatri (Fimp) di Milano e provincia-. I numeri parlano chiaro: in città si contano 132 pediatri per 79 mila bambini (dagli 0 ai 6 anni) e 76 mila adolescenti (dai 7 ai 14 anni). In totale, fanno 155 mila baby-pazienti da seguire». «Spesso in Lombardia non si riesce a sostituire neppure i medici che vanno in pensione - rileva Nino -. Ma noi facciamo tutto il possibile per soddisfare le richieste delle famiglie, anche se siamo costretti a fare salti mortali». Sullo sfondo resta un numero che fa un po’ impressione: 50 mila. Sono i medici che potrebbero mancare all’Italia nel 2040. Dalla facoltà di Medicina della Statale lanciano l’avvertimento: «Se non si interviene aumentando il numero delle matricole di modo da pareggiare i pensionamenti rischiamo la fine della Gran Bretagna, che ha sbagliato previsioni, oggi è senza medici ed li deve importare dall'estero». In Lombardia lavorano già 2.200 medici stranieri, la metà a Milano. Vengono da tutto il mondo e coprono i vuoti degli organici. Sempre più spesso nei pronto soccorso e nei servizi della medicina di base il personale viene dall’estero. Anche se i concorsi sono vietati a chi non ha la cittadinanza, molti vengono assunti col sistema della chiamata diretta. E chi può fare i concorsi perché cittadino Europeo o per la doppia cittadinanza, finisce alla Guardia medica e nei servizi della medicina di base pubblica.

I medici curanti e pediatri stranieri vengono reclutati per fare le sostituzioni dei titolari. E, a lungo andare, con queste sostituzioni riescono così a scalare le graduatorie regionali che garantiscono il posto di lavoro.

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