Si sono ritrovati in migliaia i tifosi dell'Inter fuori dallo stadio di San Siro per la festa dello Scudetto, indetta in occasione dell'ultima gara di campionato vinta dai nerazzurri contro l'Udinese 5-1. Un bagno di folla, fatto di bandiere, fumogeni e cori, ha accolto l'arrivo dei bus con la squadra. Niente assembramenti in Duomo e in centro questa volta, grazie al dispositivo messo in campo dal Comitato provinciale per l'ordine pubblico presieduto dal prefetto Renato Saccone, che ha permesso di contenere i tifosi e di evitare assembramenti. La lezione del 2 maggio scorso quando in trentamila presero d'assedio piazza Duomo, senza rispettare alcuna misura di sicurezza, è servita: e questa volta la festa si è concentrata attorno al Meazza con le forze dell'ordine a vigilare. Nessun pericolo di «variante nerazzurra» dunque come era stata battezzato il temuto effetto di un picco dei contagi all'indomani della festa. Schierato un cordone di sicurezza lungo via Achille con mezzi e agenti del Reparto mobile, mentre nell'area di 19mila metri quadrati intorno al Meazza è stato consentito l'accesso a 4.500 tifosi, all'interno solo mille ospiti del club hanno avuto il via libera per assistere alla partita.
Così è andato in scena il primo week end con il coprifuoco alle 23, elemento che ha contributo a far aumentare esponenzialmente, ma pur senza problemi, le folle nelle zone della movida. Dai Navigli a Garibaldi, dalle Colonne di San Lorenzo a Brera, da corso Como alla Darsena fino all'Arco della Pace si sono riversate nei tavolini all'aperto e nei dehor migliaia di persone. Anche in questo caso sotto lo sguardo vigile delle forze dell'ordine. Istantanee di una Milano che fa le prove di convivenza con il virus, e cerca di dimenticare il peggio.
Tra un paio di settimane, lunedì 7 giugno, il coprifuoco slitterà a mezzanotte, per sparire definitivamente con il solstizio d'estate. Aprono oggi le palestre, mentre dal 1 giugno si potrà bere il caffè al bancone e cenare nei ristoranti anche al chiuso. Il 14 giugno è fissato il traguardo per la nostra regione per entrare in zona bianca. Se oggi l'Italia si sveglierà «in gialla» con il passaggio della Valle d'Aosta, ultima regione arancione, in zona gialla appunto, Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna si preparano a tagliare il nastro della zona bianca da venerdì.
Ancora presto, invece, per la nostra regione che dovrà attendere anche qualche settimana. Ieri si registravano 711 nuovi positivi al Coronavirus (di cui 242 nel Milanese) a fronte di 32.977 tamponi effettuati. Nelle ultime 24 ore si sono verificati 9 decessi. Migliora il quadro clinico complessivo della Lombardia che ieri contava 1.480 ricoverati di cui 294 in terapia intensiva e 33.847 soggetti in isolamento domiciliare. Per il passaggio in zona bianca il decreto prevede un tasso di incidenza dei contagi inferiore ai 50 nuovi casi ogni 100mila abitanti in sette giorni per tre settimane consecutive (oltre ad alcune prescrizioni sulla pressione ospedaliera). Venerdì l'incidenza si attestava su 63 nuovi casi ogni 100mila abitanti sui sette giorni.
La speranza, stando il calare dei contagi, è di arrivare a un'incidenza inferiore ai 50 casi già questa settimana: così facendo, partirebbero le tre settimane da «under 50» per arrivare al 14 giugno, con entrata in vigore dal lunedì 17 giugno.
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