Fontana pronto al "bis". Ok di Lega e Forza Italia

Il governatore è disponibile a ricandidarsi. Nessuno contrario, ma Fdi frena sul metodo

Fontana pronto al "bis". Ok di Lega e Forza Italia

Fontana c'è. «Io ci sono» dice in pratica il governatore uscente, a meno di un anno dalle elezioni regionali in Lombardia. Si dichiara «disponibile a discutere» la sua ricandidatura e lo fa dopo aver incassato il sostegno del suo segretario, Matteo Salvini. Una sorta di «inerzia della partita» spinge decisamente in questa direzione e tutto fa pensare che un «bis» sia nella logica delle cose, sia dovuto, sia naturale insomma. E l'impressione è che solo dei dissidi su altre partite possano fermare questo bis. Perché di per sé, la scelta di confermare Fontana, ostacoli non ne trova. Il presidente, poi, si è mosso anche con cautela e misura, facendo attenzione a rispettare tutte le prerogative degli alleati.

Già da marzo-aprile tutto è parso andare in questa direzione. «Ho le energie per proseguire» ha fatto sapere «Attilio» a ridosso del suo compleanno, prima di precisare che la decisione non era stata ancora presa, neanche sul piano personale. E tuttavia, da tempo le cose stanno prendendo questo verso. Dopo aver vacillato sotto i colpi durissimi del Covid nella primavera del 2020, la Lombardia nel secondo semestre si è rimessa in piedi. Poi ha registrato la sua squadra e anche il rapporto col governo (il nuovo esecutivo, quello di Draghi, non è ostile come il precedente).

A dispetto della mobilitazione anti-lombarda della sinistra, l'immagine della Regione si è risollevata grazie alla campagna vaccinale e al lavoro sulla ripresa economica (prima della crisi energetica e della guerra, spesso, gli indici erano già sopra il pre-Covid). Il rapporto con la «Lombardia profonda» ha tenuto bene - la conferma si è avuta alle Comunali d'autunno - e l'intesa fra il centrodestra e il blocco sociale dei ceti produttivi non è tramontata, come si è visto in occasione della presentazione dei dati sull'attrazione degli investimenti.

Due settimane fa, poi, la decisione del Gup di Milano ha diradato ogni residua nube sancendo l'atteso proscioglimento da ogni ipotesi d'accusa sul cosiddetto «caso camici», che non è neanche andato a processo. Ma la posizione politica di Attilio Fontana si era già consolidata, in ogni caso, e all'avvocato varesino con l'antica passione politica forse è già tornata anche la «voglia» di rimettersi un'altra volta in gioco. Venerdì sera Salvini ha schierato apertamente la Lega. «Per me - ha detto - Fontana può tornare ad essere uno dei migliori governatori. Se potessi decidere io oggi il candidato si chiamerebbe Attilio Fontana, poi ovviamente siamo una squadra, ci sono altre persone da coinvolgere, però dobbiamo correre». E da ieri si può mettere agli atti anche la disponibilità del governatore: «Sono contento delle affermazioni di Salvini - ha detto il governatore - così come sono contento del sostegno che il mio movimento mi ha dato sempre in questi mesi molto difficili. Penso che veramente il valore sia quello della coalizione, per cui è un passo avanti. Ci troveremo e parleremo - ha aggiunto - Valuteremo. Ascoltiamo tutti e poi valutiamo. Mi sono reso disponibile a discuterne» ha sottolineato. Sì perché la decisione ufficiale dev'essere presa dall'intera coalizione, e probabilmente arriverà dopo le Comunali di giugno. Dagli altri partiti, al momento non sembrano arrivare particolari problemi di merito. Forza Italia ha dato il suo ok. «Il governatore ha lavorato molto bene insieme a tutto il centrodestra - ha commentato la neo coordinatrice lombarda di Fi Licia Ronzulli - e credo che i cittadini lombardi si aspettino una riconferma. La coalizione affronterà questo discorso (le candidature alle regionali, ndr) dopo le elezioni amministrative».

Neanche in Fdi, a dire il vero, emergono contrarietà sulla persona del governatore, semmai rilievi di metodo. «Non abbiamo mai avuto dubbi su Fontana e non saremo certo noi a dire che non va bene - spiega la coordinatrice lombarda Daniela Santanché - anzi abbiamo sempre detto che è giusto ricandidare gli uscenti, per noi almeno è così. Certo, Salvini non è stato elegante, le fughe in avanti non sono utili alla coalizione. Sarebbe stato meglio, anche per Fontana, parlarne prima con Meloni e Berlusconi.

Non è il caso di avere questo affanno». Insomma, manca ancora un passaggio e il possibile, fatidico sassolino negli ingranaggi potrebbe essere solo una rottura politica maturata altrove. Chi è preoccupato da questa eventualità, guarda verso la Sicilia.

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