Formigoni: «Lascio ente sano» L'addio a Expo legato a Roma

«Dopo 18 anni di governo, lasciamo i conti in ordine. Con una situazione di equilibrio e senza buchi nel bilancio della Regione, delle aziende sanitarie, delle aziende ospedaliere e delle partecipate». Solo un filo di commozione per l'ormai quasi ex governatore Roberto Formigoni che sul tavolo appoggia i ponderosi volumi che riassumono il suo lavoro. «Ho fatto la mia parte e non mi guardo indietro. Ora c'è da impegnarsi nel mio nuovo ruolo al Senato», ha assicurato ieri davanti ai giornalisti convocati a Palazzo Lombardia con a fianco il vice leghista Andrea Gibelli e l'assessore al Bilancio Romano Colozzi per quella che probabilmente non sarà la sua ultima conferenza stampa. Perché anche se ieri io governatore in pectore Roberto Maroni è arrivato per incontrare oltre a Formigoni i dirigenti della Regione, un certo ritardo della Corte d'appello sta facendo slittare la proclamazione ufficiale dei nuovi eletti. E quindi al termine di quella di ieri, Formigoni ha già convocato gli assessori per una nuova giunta la prossima settimana. A cui probabilmente seguirà un'altro incontro con stampa e televisioni.
Ma tornando al suo futuro ruolo di senatore, Formigoni è già al lavoro per ritagliarsi un ruolo di prestigio. Si dice infatti che sia disposto a rinunciare all'incarico di commissario generale dell'Expo, ma solo in cambio di un posto come capogruppo del Pdl a Palazzo Madama, o magari da vice presidente dell'aula. Le trattative sono in corso. Intanto ieri ha difeso il suo operato lungo ben quattro mandati presentando quattro documenti che dimostrano il buono stato di salute della Regione che sta per lasciare: una relazione di fine legislatura approvata dalla sua giunta, ma soprattutto tre pareri esterni «positivi» rilasciati dalla Corte dei conti, da Moody's e da Deloitte&Touche. Con la Lombardia che può vantare un rating addirittura superiore a quello della Repubblica italiana. Per la magistratura contabile che apprezza «l'attenta gestione del debito e della cassa». Con la Corte che riconosce «solidità del sistema finanziario sanitario regionale, dovuto sia alla capacità programmatoria sia all'efficienza gestionale che è già stata riscontrata negli esercizi precedenti nei quali il risultato economico è sempre stato positivo». A cui si accompagna «un sistema sanitario che sembra rispondere in modo adeguato alle aspettative dei cittadini».

Apprezzati anche la velocità di pagamento dei fornitori abbassata a 60 giorni a fronte di una media nazionale di un anno, il sistema dei controlli, gli investimenti (658milioni nel 2012) con risorse proprie nonostante i tempi di crisi e la razionalizzazione del personale che dal 1995 al 2010 è diminuito del 30 per cento, mentre i dirigenti sono diminuiti del 54. «Oggi la Lombardia ha un dipendente ogni 3.300 abitanti - ha sottolineato Formigoni - il rapporto di gran lunga più virtuoso in Italia».

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