«Gerusalemme liberata» in dialetto milanese

Torquato Tasso «travestito». La scelta di pubblicare un'antica edizione della Gerusalemme liberata in dialetto milanese è una scelta coraggiosa della Fondazione Bembo che propone il testo del Tasso in milanese fra le novità. L'edizione è quella di Domenico Balestrieri, poeta dialettale vissuto nel Settecento e forse più noto per l'ode che gli dedicò Giuseppe Parini - In morte di Domenico Balestrieri - che per la sua attività letteraria. D'altra parte fu lo stesso Giosuè Carducci ad avere parole durissime nei confronti di questo autore, peraltro ingiustamente dimenticato. «Balestrieri ha dedicato moltissimi anni della sua vita di letterato a una stesura completamente inutile» scrisse il Nobel di Bolgheri. Per una voce «stonata» altre ve ne furono di favorevoli a cominciare da quel Carl'Antonio Tanzi che con Balestrieri e il conte Imbonati fece parte dell'Accademia dei Trasformati.

Gesto coraggioso, dunque, per l'audacia nel rivendicare un ruolo di prestigio al dialetto milanese in uno scorcio di millennio in cui il concetto di sentirsi stranieri in casa propria è molto più di un incidente. E ieri, alla biblioteca Ambrosiana, il volume è stato presentato da Alfredo Stussi, accademico della Crusca e storico della lingua oltre che curatore della collana della Fondazione Bembo. Con lui, il docente di Letteratura italiana all'ateneo di San Gallo Renato Martinoni, il direttore editoriale di Guanda Luigi Brioschi e il prefetto della Biblioteca mons. Marco Ballarini, coordinati dal giornalista Armando Torno.

L'attrice Anna Nogara ha letto alcuni stralci dell'opera settecentesca, vera preziosità nel panorama editoriale. Oggi il dialetto ha perso le funzioni di popolarità che rivestiva in passato per la sua scarsa conoscenza da parte delle nuove generazioni e anche per questo l'operazione editoriale è coraggiosa ed encomiabile.

SteG

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