Ancora un morto tra le acque del fiume Ticino. Ancora una tragedia annunciata. Un giovane di 19 anni, di origini cinesi, è annegato infatti ieri pomeriggio nel tratto tra Turbigo e Castano Primo, mentre stava facendo il bagno. Proprio nello stesso tratto sabato, solo poco più di 48 ore prima, davanti a tutta la famiglia, era morta annegata anche una ragazzina nordafricana di 16 anni.
La dinamica di ieri è tristemente la medesima di sabato: anche in questo caso il ragazzo si è tuffato in acqua per un bagno refrigerante ma, non conoscendo la pericolosità del fiume in quel tratto, è stato inglobato da un mulinello e la corrente lo ha trascinato con sé non lasciandogli alcuno scampo. Così il poveretto non è più riemerso. Il punto in cui si è dibattuto il giovane ieri, infatti, è profondissimo: c'è una voragine di ben sette metri di profondità, contro la quale il ragazzo non ha potuto porre resistenza.
Subito sono partite le ricerche, coordinate dai carabinieri della compagnia di Legnano e dai vigili del fuoco, fino a quando è stato trovato il cadavere, ora a disposizione dell'autorità giudiziaria e in attesa dell'autopsia all'obitorio di Legnano.
Il Ticino si conferma così fatale soprattutto per gli stranieri che, per rinfrescarsi dalla calura estiva e non sapendo nulla della pericolosità delle acque in alcuni tratti, vi si avventurano durante l'estate. I divieti di balneazione nel fiume, infatti, vengono purtroppo puntualmente disattesi dalla maggioranza dei frequentatori delle aree adiacenti al fiume.
La tragedia capitata sabato alla nordafricana ha spinto la Procura di Milano ad aprire un fascicolo per capire se sulla sponda che si affaccia su quel tratto di fiume esiste o meno il permesso di balneazione e soprattutto se i proprietari (da accertare se l'area è pubblica o privata) hanno adottato le misure di sicurezza adeguate per i bagnanti.
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