Chiara Campo
In mezz'ora sindaco e ministro continuano a ripetere che «Milano è una città sicura, più di tante altre in Italia, i reati sono calati del 36% in dieci anni e del 7% negli ultimi tre e non c'è allarmismo». A distanza la Regione, non invitata al Coordinamento provinciale per la sicurezza convocato ieri in via straordinaria a Palazzo Marino e con il ministro degli Interni Angelino Alfano al tavolo, fa presente che «dimostrare che il numero dei reati è numericamente diminuito è un esercizio lodevole, ma inutile. Tra le persone perbene il grado di sfiducia si è talmente innalzato che i reati minori non vengono nemmeno più denunciati». E dopo l'omicidio di otto giorni fa in piazzale Loreto, venerdì sera si è sfiorata un'altra tragedia, una rissa tra filippini sfociata nel sangue e con due giovani ricoverati in codice rosso. Tant'è, Milano + sicura ma «non significa che non si possa e si debba fare di più» è la premessa di Beppe Sala e di Alfano che ha confermato l'invio di altri 150 militari in città dalla prossima settimana. Erano 400 nel 2013, oggi sono 650, saliranno a quota 800. E verranno utilizzati soprattutto nei pattugliamenti misti: due militari accompagneranno un carabinieri o un poliziotto e «agiranno come agenti di pubblica sicurezza, avranno un mandato specifico su ordine del questore, in pratica raddoppieremo le pattuglie già presenti oggi» ha specificato il prefetto Alessandro Marangoni a fine incontro (presenti anche il questore Antonio De Iesu, il comandante provinciale dei Carabinieri Giuseppe La Gala e della Guardia di Finanza Benedetto Lipari). «Abbiamo chiesto più militari per presidiare i luoghi sensibili, in modo da liberare alcune pattuglie della polizia locale, ad esempio quelle che stazionano sul piazzale di fronte alla stazione Centrale, e destinarle attività - ha spiegato Sala - e per formare pattuglie miste che sono efficaci e funzionano, nessun allarmismo ma bisogna rinforzarle per occuparsi dei luoghi più sensibili della città». Domani o martedì sarà fissato un nuoco Comitato in prefettura per fissare la «mappa del rischio», i luoghi dove posizionare i soldati in arrivo, non mancheranno via Padova, via Gola, via Imbonati, il quartiere San Siro e il Corvetto.
Alfano è salito nell'ufficio del sindaco intorno alle 10, accompagnato dal leader di Area Popolare Maurizio Lupi con cui ha preso un caffè e consultato i dati sulla sicurezza in città al Bar Marino, di fianco al Comune. Il ministro ha presentato le cifre delle forze di polizia presenti in città: 8.041 tra agenti, Cc e Gdf. Il totale dei reati «è calato del 7% rispetto ai primi 9 mesi del 2015», gli omicidi volontari del 42% (13 nel 2015 e 7 ad oggi), un trend che rallenta per rapine - solo il 3% in meno, ci sono quasi 8 casi al giorno - e furti (-4% e 250 casi al giorno). «Dobbiamo fare di più contro la microcriminalità, specie e Milano che è la vetrina dell'Italia all'estero».
Con il freddo caleranno gli sbarchi, ha gioco facile Alfano a promettere «salvo emergenze, lo stop a nuovi
profughi a Milano». E chiede ai 104 Comuni su 134 della ex provincia che non accolgono di «dire sì, la quota ogni mille abitanti è di due migranti, serve buonsenso anche per non sovraccaricare i 30 enti che fanno la loro parte».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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