I nostri volontari considerati i migliori in Europa per l'assistenza ai piccoli colpiti dal terremoto

I nostri volontari considerati i migliori in Europa per l'assistenza ai piccoli colpiti dal terremoto

Il terremoto catastrofico del gennaio 2010 ad Haiti ha visto Milano in prima fila. Al punto che la nostra città attualmente è consideratala la metropoli europea che più aiuta le vittime del sisma. Perché sotto la Madonnina c'è chi continua ancora adesso a darsi da fare per il paese caraibico. Con progetti e iniziative a tutto campo. In modo da non lasciare sola questa gente anche adesso che l'emergenza è finita. E permettere che un popolo dilaniato da decenni di dittatura e di povertà assoluta (fino a qualche tempo fa la gente moriva per strada per la fame e uccideva per qualche spicciolo) possa cogliere l'opportunità di questa catastrofe - seguita dall'arrivo di cospicue somme di denaro - per cambiare volto e sfruttare, ad esempio, il proprio immenso potenziale turistico. Paolo Castelletti è presidente dell'associazione «Psicologi per i popoli nel mondo» con sede a Milano e a Brescia (www.psicologinelmondo.org), specializzata in aiuti umanitari e interventi d'emergenza in tutto il pianeta. Insieme a una collega esperta in psicotraumatologia infantile, Mariangela Quarti e grazie alla collaborazione di tanti partner e associazioni milanesi, due mesi dopo la catastrofe, andò ad Haiti. «Capimmo subito che, se c'era bisogno di noi, non era certo a Port au Prince, la capitale, dove si concentrava la folla dei soccorritori internazionali - spiega subito Castelletti - . Così ci siamo affidati ai consigli di alcuni gesuiti e a quelli del dipartimento di Salute mentale del ministero della Salute di Santo Domingo, per raggiungere la zona nord di Haiti, vicino alla città di Wanament. L'area non era stata direttamente colpita dal sisma ma era lì che si concentravano circa 20mila profughi, di cui 5mila bambini (moltissimi mutilati). A Wanament le suore colombiane «Sorelle di San Giovanni» davano accoglienza a bimbi e adolescenti dai 3 ai 18 anni: bastano 250 euro al mese per sfamare circa cento bambini al giorno con pasti caldi».
L'anno successivo Castelletti e la Quarti hanno sviluppato un programma di recupero psico-sociale con attività di gruppo, pagando due educatori haitiani selezionati dalle suore ma formati da loro con una psicologa dominicana che supervisionava il progetto. Tutto personale stipendiato, con una cifra tra i 150 e i 300 euro mensili a testa, dall'associazione milanese. «Abbiamo fatto una scelta - ci dice Castelletti -. “Psicologi per i popoli nel mondo“ continua sempre a fornire pasti e assistenza psicologica per bambini e ragazzi. Ma poiché per recarsi ad Haiti ci vogliono circa 800 euro solo di viaggio, noi preferiamo restare qui e non sottrarre denaro che può essere utile là. Così promuoviamo il Sad (Sostegno a distanza), coinvolgendo nel progetto le persone tramite il nostro sito, blog e Facebook. E con 3 possibili quote d'adesione: 50 euro sostengono il progetto per 2 mesi, 150 per sei e con 300 euro si arriva a un anno».

Intanto l'associazione, seguendo un bando della Regione, ha preparato un ulteriore progetto di sviluppo, per 40 borse di studio per i bimbi haitiani desiderosi di andare a scuola, corsi di formazione lavoro per sarte e meccanici per i più adulti, laboratori artistici e musicali per produrre oggetti da utilizzare per lo sviluppo turistico del Paese.

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