Insicurezza, Lega all'attacco. "Fatti abominevoli in città"

Nel cuore di via Padova, comizio di Salvini e Fontana. "Più poliziotti, meno spacciatori. Ed esercito sui treni".

Insicurezza, Lega all'attacco. "Fatti abominevoli in città"

«Fatti abominevoli». Altro che fisiologici, il governatore Attilio Fontana li inquadra così gli episodi che quotidianamente si ripetono a Milano, e in altre città lombarde.
Siamo in via Padova, quartiere spia dei disagi di Milano. Con una scelta eloquente, e simbolica, la segreteria milanese della Lega ha convocato qui, alla bocciofila, uno degli appuntamenti più importanti della sua campagna elettorale, organizzato su impulso dell'eurodeputata Silvia Sardone, che in quella zona, e su questi temi, ha sempre «giocato in casa». E nella «polveriera» via Padova, il tema caldo non può che essere quello che sta più a cuore ai residenti, e ai leghisti.


«Magari fosse sempre così» dice Salvini. Quando sale sul palco della bocciofila Caccialanza gli si apre il cuore. Ha di fronte una bella platea di milanesi ed elettori. «Magari fosse sempre popolata da gente perbene come qui».
Sta bene attento, l'ex ministro, a non dare l'impressione di assecondare derive xenofobe. Mette da una parte gli italiani e gli «stranieri perbene», appunto, e dall'altra tutti gli altri: clandestini e delinquenti di vario genere ed etnia.
Ricorda gli anni Novanta, quando la Lega aveva aperto una sezione lì vicino, e già si cominciavano a intravedere i fenomeni che avrebbero portato questa zona, come altre, a vedere stravolti i suoi connotati, a tal punto che adesso - secondo i leghisti - i parchetti sono popolati da spacciatori invece che da mamme e bambini.
«Erano bei posti, questi, un tempo» dice, in pratica, rievocando i racconti dei più anziani. La narrazione leghista, a Milano, è tutta giocata fra la nostalgia per un passato che è andato perduto, e un futuro di ordine finalmente ristabilito. «La Lega al governo porterà non solo in via Padova ma anche a Quarto Oggiaro al Gallaratese e in tutta Milano più poliziotti e meno spacciatori» annuncia, affiancato dagli eletti milanesi, ora ricandidati nei collegi lombardi e nelle liste del partito. «La prima cosa che faremo, nel primo Consiglio dei ministri - promette - saranno i decreti sicurezza e così torniamo a difendere i confini».
La platea è caldissima sulla questione di un'insicurezza che appare dilagante. Anche il governatore ha dedicato al tema una buona parte del suo intervento. Chiede «l'esercito sulle strade e sui treni» e vede «fatti abominevoli che ormai sono la norma. E nessuno si scandalizza». «Noi siamo riusciti a fare qualche sgombero nella case Aler - dice - ma abbiamo contro tutti».
La discussione dei partiti è tutta incentrata sulla crisi energetica, coi prezzi delle bollette che stanno schizzando alle stelle, e Salvini prova a scuotere la sinistra, che ancora fa parte della maggioranza di governo, ma appare inerte. Rincari, multe, cartelle esattoriali, per le famiglie italiane (e milanesi) i motivi di preoccupazione si sommano uno all'altro. E anche il Comune di Milano ci mette del suo, secondo il segretario della Lega, che a Beppe Sala riserva uno degli attacchi più pungenti. «C'è un sindaco - dice - che invece di pensare ai suoi cittadini pensa dal primo ottobre di non far venire a lavorare a Milano quelli che hanno Euro 4 o Euro 5 diesel.

Se uno non va in giro a fare il fighetta con la Tesla ed è un operaio, una partita Iva, dal primo ottobre siccome non ha macchina ibrida ultimo modello non può venire a lavorare a Milano. È amorale, secondo me è una follia. Danneggiare i lavoratori in difficoltà è razzismo». Il nuovo blocco programmato - sentenzia - «è come dire se hai soldi lavori, se non hai soldi resti a casa».

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