Leonardo, Giotto e due musei tutta l'arte nell'anno di Expo

Conto alla rovescia per l'inaugurazione dell'Ansaldo e del nuovo spazio per la Pietà Rondanini. A Palazzo Reale la maternità dal '900 ai giorni nostri

Tanto tuonò che piovve, il 2015 è arrivato, e con esso la sarabanda di eventi che annunceranno l'attesa (e temuta) Expo. La Milano che accoglierà, secondo le previsioni, venti milioni di persone, prepara l'enterteinment con un fitto programma di mostre. E lo fa, salvo qualche eccezione, all'insegna del motto «squadra che vince non si cambia», ovvero con un programma di nomi di grande richiamo e rigorosamente made in Italy: da Leonardo a Michelangelo passando per Giotto e le sculture di Medardo Rosso. Tutti gli spazi culturali e artistici saranno coinvolti e alcuni saranno inaugurati per l'occasione. È forse proprio quest'ultimo l'aspetto che potrebbe rivelarsi più interessante per una città che ancora non sa cosa resterà in fascina il primo novembre prossimo, ovvero a Expo conclusa. Due novità sono attese, anche se ripetutamente annunciate tra calendarizzazioni e dietrofront. la prima è il Museo delle Culture del Mondo all'ex Ansaldo di via Tortona. Il progetto avveniristico dell'archistar David Chipperfield doveva essere inaugurato già lo scorso anno, ma il flop della gara per gli arredi ha fatto slittare l'operazione. Il Comune assicura l'apertura entro marzo degli spazi che ospiteranno parte delle civiche raccolte sulle civiltà extraeuropee, oltre a mostre temporanee.

La seconda novità di questo 2015 sarà il Museo della Pietà Rondanini che inaugurerà nell'ex Ospedale Spagnolo del Castello Sforzesco. Si tratta di un fabbricato mai utilizzato finora e il cui recupero è a cura di Michele De Lucchi. Anche il nuovo museo, che offrirà il respiro dovuto al capolavoro michelangiolesco, avrebbe dovuto essere battezzato nel 2014, ma in questo caso i ritardi sono dovuti alla scoperta di un ciclo di affreschi religiosi cinquecenteschi. Coincidenza vuole che l'ex Ospedale, costruito dagli spagnoli due secoli dopo il maniero, sia datato pressappoco come l'ultima Pietà.

Passando alle mostre, il cavallo di battaglia sarà «Leonardo 1452-1519, il disegno del mondo» a cura di Maria teresa Fiorio e Pietro C. Marani. L'esposizione, che inaugurerà ad aprile, vedrà a Palazzo Reale opere importanti del Genio, come «La Scapigliata» dalla Galleria Nazionale di Parma, «Il Ritratto di musico» della Pinacoteca Ambrosiana, la «Madonna Dreyfus» dalla National Gallery di Washington e il già confermato San Gerolamo della Pinacoteca Vaticana. Generoso si è rivelato il Louvre che per l'occasione presterà il «San Giovanni Battista», la «Belle Ferronière» e l'«Annunciazione». Niente da fare invece per «Sant'Anna», giudicata troppo a rischio.

Sempre a Palazzo Reale, in primavera, è prevista la mostra «Arte Lombarda dai Visconti agli Sforza», seguita da «Giotto - l'Italia» che porterà a Milano anche il Polittico Stefaneschi, il Polittico di Bologna e il Polittico di Badia. A marzo, la Gam dedicherà invece una doverosa antologica a Medardo Rosso, scultore di cui il museo già possiede un'ampia collezione. Tutta dedicata al tema di Expo, il cibo, sarà invece la mostra Art&Foods a cura di Germano Celant in Triennale, che ha già fatto discutere soprattutto per i suoi numeri: 800 opere e un budget di quasi sei milioni di euro.

Tutto finanziato da Fondazione Trussardi sarà infine quello si preannuncia il pezzo forte del cartellone contemporaneo: la mostra «La Grande Madre» a cura di Massimiliano Gioni che a Palazzo Reale - dal 25 agosto al 15 novembre - racconterà la maternità secondo gli artisti del Novecento e dei giorni nostri, un'ottantina di opere da Picasso a Cindy Sherman. Considerata l'intelligenza del curatore, meglio non perdersela.

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