Macao ha finito la ricreazione «No all’Ansaldo, meglio occupare»

Macao ha finito la ricreazione «No all’Ansaldo, meglio occupare»

Tremate tremate i macachi sono tornati. E con le peggiori intenzioni. Una nuova occupazione la settimana prossima. Da due giorni, infatti, sono riprese le trasmissioni sulla pagina facebook di Macao, la cui home recita «trasmissione sorpresa», dopo la sospensione appunto il 22 maggio, giorno dello sgombero da Palazzo Citterio. Ieri sera l’assemblea di coordinamento dei partecipanti ai tavoli «per far ripartire Macao» convocata all’Arci Bellezza, proprio lì da dove partì l’avventura elettorale di Giuliano Pisapia due anni fa.
Con la ricomparsa del carrozzone dell’arte, ripartono anche le polemiche, tra chi continua ad accusare i lavoratori dell’arte di atteggiamento «fascista e dirigista» («il sistema è verticistico: nell’ordine di potere, lavoratori dell’arte, tavoli che lavorano per loro, artisti che performano per loro, pubblico che occupa per loro»), di organizzare riunioni segrete e nascoste per non coinvolgere la gente su decisioni importanti. «Io penso che le vostre mini consultazioni di 20 persone, che tenete abilmente nascoste, ormai possano morire e che le assemblee possano iniziare ad essere proposte dal basso, altrimenti non parlate di democrazia». Chi ha partecipato alle iniziative alla torre Galfa, chi ha dormito in tenda per tenere via Galvani, chi credeva di essere parte di un tutto che si riduce a pochi è arrabbiato e deluso. «Non mi sono mai sentito usato come nella storia di Citterio. Una assemblea piegata a pronunciare delle ovvietà per poi andare a realizzare un piano già stabilito e difeso con una arrampicata sugli specchi a oltranza urlando contro la gente».
Di cosa si parla nelle riunioni clandestine? a tenere banco è il tema dello spazio, o meglio dell’occupazione di un nuovo spazio. «L’unico argomento di cui si parla e che fornisce la scusa per non fa nulla», commenta una ragazza. Sì, perché di accettare la proposta lanciata dal sindaco in persona sotto la Torre Galfa, partecipare al bando per entrare legalmente all’ex Ansaldo non se ne parla neanche. O, meglio, diciamo che il primo documento ufficiale trasmesso ieri sugli incontri di tavoli di lavoro indicava il tavolo «programmazione/bando» per sabato. Forse solo un modo per depistare? Così un «macaco», citando l’esperienza dell’Asilo Balena scrive chiaramente: «Se l’Asilo oggi è un “bene comune”, ciò è avvenuto non perché un “principe illuminato” ha concesso e stabilito questo tipo di fruizione, ma perché una comunità, con un chiaro atto conflittuale, lo ha liberato e destinato alla cultura, all’arte, alla politica».

Cosa non va nell’ex Ansaldo? «Ci sarebbe che non è Macao, di associazioni culturali e artistiche, fondazioni ce ne sono già sul territorio, qui si sperimenta altro». Se qualcuno avesse ancora dei dubbi, è stato «ripostato» il comunicato in cui si spiegano le ragioni del no.

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