Massacrata di botte dall’amico di Facebook

VIA SAVONA All'ospedale in gravi condizioni una donna di 52 anni. L’aggressione ieri mattina alle 10 al centro culturale di Zona 6. Il colpevole, arrestato a Bologna, è un 38enne conosciuto sul web. La vittima: "Che stupida, tornassi indietro non userei più la chat"

Massacrata di botte dall’amico di Facebook

Dice che, se tornasse indietro, su Facebook non chatterebbe più. Angela «Angy» P., 52 anni, piange disperata dal suo letto di ospedale al Fatebenefratelli. «Mi sento molto stupida - confida a un’infermiera -. Sapevo che lui avrebbe potuto “dare di matto”, lo aveva già fatto, lo avevo anche denunciato. Ma che arrivasse fino a questo punto, beh, non me lo sarei mai immaginato. Per favore, mandate via tutti, non voglio parlare con nessuno».
«Lui» è Massimo L., un uomo di 38 anni che Angy ha conosciuto proprio su Facebook. E che alle 9.30 di ieri ha raggiunto la donna sul posto di lavoro, in via Savona, l’ha aggredita e picchiata, colpendola alla testa e alla faccia e spedendola dritta dritta all’ospedale. Naturalmente questo signore si è ben guardato dal chiamare i soccorsi, ha preferito fuggirsene via e la polizia lo sta ancora cercando.
Ma vediamo com’è andata. Angy P. abita alla Barona e lavora come impiegata al «Seicentro», un laboratorio e officina creativa in via Savona 99 che si trova all’interno di una serie spazi del consiglio di zona 6, dove i residenti possono esporre i loro lavori artistici per farsi conoscere. Ieri mattina la donna è arrivata al lavoro come al solito. «Ultimamente l’abbiamo vista un po’ preoccupata, forse con qualcuno si è confidata, con me si è lasciata andare solo a qualche sfogo generico, nulla di più» spiega una collega. Infatti Angy, da qualche mese, non è più la stessa. Nel marzo scorso, su Facebook, ha conosciuto Massimo, catanese di 38 anni, un conterraneo (Angy è nata nel 1959 ad Acireale, in provincia di Catania) e, dopo un lungo scambio di messaggi i due si messi in contatto telefonicamente e poi, ad agosto, si sono incontrati proprio in Sicilia. E devono essersi piaciuti parecchio visto che l’uomo - che non risulta abbia alcun reddito, tanto meno lavorativo - ha fatto le valigie e si è trasferito qui a Milano, ospite a casa di Angy e della figlia di lei.
La convivenza, però, quasi da subito dà segni negativi. Angy denuncia il suo amico già nel settembre scorso per lesioni e minacce: Massimo, infatti, le ha rifilato due pugni in faccia durante una lite e poi ha minacciato di tagliarsi le vene e di ammazzarla. Così Angy, dopo quella brutta storia, anche se l’uomo la chiama più volte minacciando atti di autolesionismo, preferisce non vederlo più. «Eravamo solo amici» ha spiegato la donna alla polizia.
Ieri mattina, quindi, Massimo raggiunge Angy al lavoro e l’aggredisce. Non ci sono testimoni di una lite tra i due, nessuno sente urla o grida d’aiuto. Qualche minuto prima delle 9.30, però, un’impiegata del consiglio di zona 6 nota delle tracce di sangue e un pugnetto di capelli sulla scala d’entrata dell’entrata sul retro di «Seicentro», una porta che dà su una moderna piazzetta dietro via Savona. E proprio seguendo quella scala, che porta verso il piano interrato, la donna trova Angy a terra, rannicchiata su se stessa e sanguinante, che piange disperata e quasi non riesce a parlare: ha il volto pieno di contusioni ed ematomi e una grossa escoriazione in testa. L’impiegata non ci pensa due volte e chiama il 113; la polizia, a sua volta, avverte le ambulanze. Prima di perdere conoscenza Angy, tra le lacrime, parla con i poliziotti delle Volanti, dà le proprie generalità e spiega chi l’ha ridotta a quel modo.

Poi sviene, ma si riprende in ambulanza.
Parte la caccia all’uomo. I poliziotti vanno in due centri d’accoglienza, dove Massimo soleva rifugiarsi, ma lui è già lontano. Lo fermano e lo arrestano in serata a Bologna.

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