Melotti o surrealisti, la domenica d'arte in Svizzera

In Engadina una bella personale dello scultore italiano. A Lugano i seguaci svizzeri di Breton

Melotti o surrealisti, la domenica d'arte in Svizzera

Gli svizzeri non sono solo puntuali e rigorosi. Storicamente esiste un'altra realtà, libera da schemi e innovativa nell'interpretazione della vita, che si esprime e rende visibile negli artisti che hanno vissuto e lavorato in Svizzera, nei suoi musei e nelle fiere. Due mostre, tra Lugano e Zuoz (in Engadina) dimostrano proprio in questi giorni l'attualità di tale tesi. La prima ha aperto ieri al LAC-Lugano Arte e Cultura (piazza Bernardino Luini 6), ed è la mostra «Surrealismo Svizzera», a cura di Francesca Benini e Tobia Bezzola, anche direttore del Museo. Fino al 16 giugno un centinaio di opere dei più importanti rappresentanti svizzeri del surrealismo dimostrano che sì, si può parlare dell'esistenza di una corrente svizzera di questo movimento d'avanguardia.

Da metà degli anni '30 tutti gli artisti che vivevano a Parigi si trasferiscono, o tornano, in Svizzera -spiega Tobia Bezzolla -: si uniscono in vari gruppi progressisti, che cercano di sopravvivere al contesto politico e sociale di tipo conservatore in voga in quegli anni che frena l'eccessiva libertà formali e di pensiero. La mostra si apre con le fotografie di Henriette Grindat, artista di grande efficacia con le sue foto anche collage, angoscianti e poetiche: abbiamo voluto iniziare con artisti che lavorano su carta per evidenziare l'esigenza del momento di lavorare anche su materiali allora non così frequenti, come appunto la Grindat che non solo è donna, ma considera già la fotografia un'arte spiega Francesca Benini, che con Bezzola cura la mostra. Si prosegue con opere di Hans Arp, Paul Klee, fino ad Alberto Giacometti, Meret Oppenheim e altri: Questi artisti reagiscono a un'imposizione che non corrisponde al loro modo di vivere l'arte", contribuendo a mostrarci una Svizzera diversa.

Che possiamo trovare anche a Zuoz nella sede svizzera della Galleria Monica De Cardenas, in Chesa Albertini, via Maistra 41, dove prosegue ancora fino al 23 febbraio la personale su Fausto Melotti, scultore, ceramista, pittore tra i più rilevanti artisti italiani del secondo Novecento: si trovano qui esposte circa trenta opere tra sculture, ceramiche, gessi e disegni, a testimoniare il genio poliedrico e rinascimentale dell'artista di Rovereto (1901). Tra le opere spicca la scultura monumentale I luoghi deputati del 1976, alta quasi sette metri ed originariamente creata per il produttore cinematografico Alberto Grimaldi (www.monicadecardenas.com).

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