Il «Messia dei violini» torna nella sua Cremona

Il prezioso strumento che compie 300 anni ospite d'onore allo Stradivari Festival

Antonio Bozzo

Il Messia farà visita, anzi tornerà, a Cremona, in settembre. Detto così sembra il clamoroso annuncio di una setta eretica, invece stiamo parlando di un tesoro che il mondo ci invidia: i violini usciti dalla bottega di Antonio Stradivari. Il Messia è uno di questi, forse il più prezioso, ed è conservato all'Ashmolean Museum di Oxford. Raramente suonato, non si muove da lì dal 1939: c'è voluto un abile lavoro diplomatico, condotto da Paolo Bodini (presidente Friends of Stradivari, in nome del Museo del Violino) per farlo tornare a Cremona. Dove venne costruito nel 1716 e venduto al collezionista Cozio da Tagliabue dal figlio di Stradivari, Paolo, nel 1775. Volete sapere perché si chiama Messia? Perché al mercante Luigi Tarisio, che lo possedette per decenni nell'Ottocento, e non lo mostrava a nessuno, un musicista di fama (Delphin Alard) disse, seccato: «Il tuo violino è sempre atteso ma non compare mai, come il Messia».

Lo strumento che compie 300 anni, eccezionale per stato di conservazione, sarà visibile al Museo del Violino di Cremona (la splendida realtà creata dall'industriale Giovanni Arvedi, sostenuta da lungimiranti sponsor che andrebbero nominati uno per uno e dall'entusiasmo del sindaco Gianluca Galimberti e dalla sua giunta, oltre che dal pubblico sempre più numeroso). Il celebre violino verrà esposto dal 15 settembre al 18 dicembre, periodo durante il quale sarà anche studiato: il Messia non ha ancora svelato tutti i misteri. Con questa sorpresa, Cremona si prepara alla quarta edizione dello Stradivari Festival, dal 24 settembre al 9 ottobre. Oltre 50 interpreti e 8 spettacoli in 15 giorni - classica, gipsy, jazz, crossover, musica barocca - che confermeranno la città capitale della liuteria mondiale (i liutai, sotto il Torrazzo, sono più di 200). A dirigere il Festival è Francesca Colombo. «Sono orgogliosa del lavoro che stiamo facendo, in stretta collaborazione con il Museo del Violino diretto da Virginia Villa. Quest'anno si comincia con l'ensemble Europa Galante e Fabio Biondi, che suona un Andrea Guarneri del 1686». Tutti i concertisti sono nomi di prima grandezza, da Vadim Repin all'Avishai Cohen Trio (info su date, artisti e prezzi si trovano sul sito www.stradivarifestival.it).

Arrivano in città, scoprono i tesori del Museo del Violino, e li racconteranno in visite guidate - Kavakos lo ha già promesso - prima di esibirsi all'Auditorium Giovanni Arvedi, un gioiello dalla perfetta acustica messa a punto da Yasuhisa Toyota.

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