«La mia vita nel segno di Strauss»

«La mia vita nel segno di Strauss»

Riccardo Chailly sarà questa sera per la prima sul podio della Filarmonica della Scala dopo la nomina a Direttore Principale (2015) e Musicale (2017) del Teatro alla Scala. Quello che debutta alle ore 20 è il suo secondo appuntamento scaligero 2014, il primo fu in gennaio, alla testa dei Wiener Philharmoniker: l'orchestra leggenda che si è appena aggiudicata il Birgit Nilsson Prize di Stoccolma, il Nobel della musica equivalente a un milione di dollari, dunque il più remunerativo dei premi musicali.
Torna per un concerto nel nome di Richard Strauss, a 150 anni dalla nascita, un appuntamento dove trova spazio la prima assoluta «Transitus» del compositore Wolfgang Rihm, artista nelle corde di Chailly che ne ha già diretto 10 partiture. «Nel 2005 – spiega Chailly - dirigere un nuovo pezzo di Rihm fu di buon augurio per il mio incarico al Gewandhaus di Lipsia. Mi portò fortuna».
In questi giorni di bufere scaligere, tali parole acquistano un colore particolare. Bufere che rubano energie a un teatro, e al futuro sovrintendente Alexander Pereira, che – semmai - dovrebbero essere messi nelle condizioni di operare. Il 2015 è l'anno di Expo, e il marchio della Scala, fra le eccellenze assolute della città, ha bisogno di esprimersi al meglio, dunque dovrebbe poter pianificare il futuro anziché perdersi nei labirinti di presunti conflitti d'interesse. La nomina a sovrintendente di Alexander Pereira ancora vacilla, e anche quando era sicura, comunque tardi e cioè dal giugno scorso, non riconosceva al manager sufficienti spazi di manovra: sappiamo che Pereira non ha poteri di firma dei contratti degli artisti, sebbene gli sia stato chiesto di comporre le stagioni.
Ci si augura che rimanga in sella, ma questo avvio frastornante non dà certo slancio e vigore al nuovo management. Il programma di lunedì è accattivante. Include i due poemi sinfonici Morte e trasfigurazione e I tiri burloni di Till Eulenspiegel, più Quattro Ultimi Lieder per soprano, Anja Harteros, e orchestra. Strauss, dichiara un mahleriano votato come Chailly, «è la grande alternativa al mondo mahleriano, secondo estetica, linguaggio e tecnica orchestrale differenti, ma con valenza storica parallela. Per questo nella mia vita di musicista, in cui Gustav Mahler ha avuto tanta rilevanza, Richard Strauss ha segnato un percorso costante nei programmi sviluppati negli anni con tutte le orchestre che ho diretto, fino a questo contributo al Ciclo Strauss della Scala, in cui ho il piacere di collaborare con Anja Harteros, artista con cui ho progetti prossimi». Chailly dal 2005 opera nella musicalissima Lipsia, città dove Strauss in persona diresse sue composizioni alla testa della Gewandhausorchester. «Per questo – ancora Chailly - mi piace mettere in relazione questo concerto alla Scala con l'appuntamento celebrativo che si terrà al Gewandhaus l'11 giugno, giorno del centocinquantesimo anniversario della nascita.

Con programmi monografici saranno ospiti i Wiener Philharmoniker con Christoph Eschenbach e Lang Lang, e io dirigerò Don Chisciotte, cinque Lieder per voce di baritono, con Matthias Goerne, e ancora Till Eulenspiegel. Un percorso straussiano di cui questo concerto con la Filarmonica della Scala è parte importante, prosieguo di una entusiasmante Vita d'eroe eseguita insieme nel 2007».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica