Una rapina senza sbavatura e un bottino da cinque milioni di euro. Tanto aveva fruttato ai ladri il clamoroso colpo messo a segno nella gioielleria Scavia di via della Spiga nel febbraio 2011.
Un lavoro pulito, messo a segno da tre uomini. Puntuali e metodici, i rapinatori avevano svuotato le cassaforti, tanto quelle dotate di serratura quanto quelle a tempo, di cui conoscevano gli orari di apertura, imbavagliato i commessi (ad uno avevano legato una finta bomba alla gamba) e preso tutte le precauzioni per non essere pizzicati, compreso disattivare le telecamere di sicurezza della gioielleria.
Un'infinita di precauzioni e un furto milionario messo a segno proprio nel Quadrilatero della moda milanese. Un furto per il quale sono state spiccate 13 ordinanze di custodia cautelare. Destinatari dei provvedimenti - subito dopo la rapina si era parlato di una "pista siciliana" - cittadini italiani, tra i quali ci sarebbero anche alcuni gioiellieri e alcuni pregiudicati. Arresti e perquisizioni sono in corso in tutta Milano e in altre province.
Tra i 13 destinatari dell'ordinanza emessa dal gip anche Guglielmo Fidanzati, figlio del boss di Cosa Nostra Tanino, pluripregiudicato 54enne già in carcere per traffico di
cocaina. Nel corso dell'indagine Fidanzati è stato trovato in possesso di una trentina di gioielli facenti parte della refurtiva di un'altra rapina, avvenuta il 24 febbraio allo show room di Damiani in corso Magenta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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