Milano si gioca il tutto per tutto per riprendersi Ema. Con una doppia azione di pressing sull'Europa perchè si annulli il voto, o meglio l'assegnazione vinta a estrazione, della sede dell'Agenzia Europea del farmaco a Amsterdam. Ieri la giunta, convocata d'urgenza, ha deliberato la decisione del Comune di presentare ricorso al Tribunale Ue in Lussemburgo, un ricorso parallelo a quello che il governo presenterà alla Corte europea. Non solo, il presidente della regione Lombardia Roberto Maroni, che aveva offerto il Pirellone come sede «chiavi in mano» per l'Agenzia, presenterà una relazione aggiuntiva al ricorso del Comune.
Le probabilità di riaprire i giochi sull'assegnazione di Ema non sono «grossissime», aveva premesso il sindaco Beppe Sala in mattinata, ma «se si vuole provarci, bisogna farlo in fretta». Ed è stato lo stesso Sala ad annunciare di avere parlato con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, e che «oggi (ieri per chi legge) farà partire il ricorso». «Non sarà facile recuperare questa situazione, non illudiamo nessuno. Però io chiedo che il nostro governo alzi la voce», ha detto ancora il sindaco. «Quando Milano e Amsterdam si sono candidate hanno presentato un dossier, i vertici di Ema hanno fatto una visita alle sedi candidate - ricorda il sindaco -. Gli olandesi avevano già detto che la sede definitiva non sarebbe stata pronta, ma ce ne sarebbe stata una transitoria. Ora si scopre che nella sede transitoria ci starebbe solo la metà dei dipendenti di Ema. Questa Agenzia approva le medicine da mettere in commercio o ne dispone il ritiro. Quindi ne va della nostra salute».
Queste le linee guida del ricorso di Palazzo Marino: Milano aveva offerto una sede già pronta, mentre amsterdam già nel suo dossier aveva parlato di una sede provvisoria, in attesa di quella nuova, costruita ex novo. Tradotto (con el aprole di Sala): «Quando gli olandesi hanno fatto la loro proposta probabilmente erano consapevoli che non sarebbero stati pronti. Quindi non hanno giocato molto pulito». Secondo il Comune si profilerebbe un danno erariale per Ema, che s vedrà costretta - come aveva già annunciato il presidente Guido Rasi lunedì, - a fare un doppio trasloco, e a affittare una seconda sede provvisoria, dal momento che quella proposta non offre spazi sufficienti a ospitare tutte le attività e gli uffici.
Tra i punti contestati da Milano anche la procedura inedita (tre voti e estrazione a sorte) e il fatto che non sia seguita verbalizzazione all'assegnazione finale. Pare inoltre che le schede siano state distrutte immediatamente dopo le tre votazioni.
Intanto oggi la capodelegazione del Ppe-Fi Elisabetta Gardini presenterà in Commissione europea ENVI (salute e ambiente) un emendamento alla relazione La Via, relatore del documento che imposta la posizione del Parlamento sull'allocazione di Ema.
L'emendamento all'articolo 71bis propone di sostituire alla parola «Amsterdam» la parola «Milano». Il 19 febbraio si voterà in Commissione e la relazione definitiva verrà trasmessa in plenaria per il voto il 12-15 marzo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.