Il 19 febbraio - atteso prima alla libreria Feltrinelli Duomo e poi in aula consiliare a Cormano per presentare il suo ultimo libro dal titolo quanto mai profetico, «Assalto alla giustizia» - era stato costretto a dare forfait. Oggi il procuratore capo di Torino Gian Carlo Caselli salterà anche l’incontro al liceo classico Carducci in programma alle 18. «Ragioni di ordine pubblico» è la frase dietro cui si trincera ufficialmente la Digos. Tuttavia la polizia non nasconde neanche troppo la propria soddisfazione per l’incontro cancellato. «Visti i tempi che corrono quella di un incontro pubblico non è una grande idea...» commenta la polizia. Caselli, infatti, è probabilmente il magistrato più odiato dai NoTav per gli arresti delle scorse settimane. E a conferma di ciò ieri, su Indymedia, sito ufficiale del dissenso e «frequentato» trasversalmente da no global e centri sociali, sono comparsi post di utenti pronti a organizzare proteste non proprio pacifiche contro di lui.
Stavolta non si tratta di frasi velate, di minacce sibilline, da «interpretare»: chi scrive sul sito, infatti, fa riferimenti specifici e piuttosto bellicosi proprio all’incontro che doveva tenersi oggi pomeriggio tra il procuratore capo di Torino e gli studenti del liceo milanese. «Quell’infamone di Caselli sarà il 29 a tenere una conferenza al liceo Carducci di Milano...Facciamogli capire che non gli conviene nemmeno metterci piede in questa città!», scrive un utente sul portale antagonista. E un altro gli risponde: «Invece di aspettare che entri nella scuola (che poi diventa difficoltoso riuscire a disturbare in modo degno) sarebbe meglio aspettarlo li fuori con un po’ di anticipo in modo che quell’infame di Caselli sia costretto a far retromarcia e ad andarsene».
Caselli a parte, in realtà gli investigatori della Digos si aspettano anche per Milano tempi durissimi per i prossimi mesi. Buona parte della Sinistra, e non solo quella antagonista ma anche quella dei partiti istituzionali, è contro la Tav. Che farà da cassa di risonanza per tutto lo scontento che riesce a raccogliere. Lo ha dimostrato il corteo No Tav partito due settimane fa, sabato 18 febbraio, dalla stazione Centrale di Milano per raggiungere il carcere di San Vittore, dove i manifestanti avevano portato la loro solidarietà proprio agli antagonisti arrestati a gennaio per i disordini di questa estate in Val di Susa. Tra i partecipanti c’erano anche molti rappresentanti istituzionali locali di Rifondazione comunista e Sel (Sinistra ecologia e libertà).
La Tav, quindi, come le proteste studentesche o le lotte contro l’immigrazione, aggrega una galassia di scontenti che potrebbero diventare il «braccio armato» di tutta questa amalgama ideologica.
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