«Non ho mai pensato di declinare i vaccini e reddito». Lo chiarisce in consiglio regionale la vicepresidente della regione Lombardia e neoassessora al Welfare Letizia Moratti, in merito alla lettera, che intende sottoporre al commissario nazionale per l'emergenza Domenico Arcuri in cui propongono nuovi parametri - Pil, mobilità, densità abitativa e le zone più colpite dal virus- per la ripartizione dei vaccini anti-Covid. «Sul piano vaccinale ho fatto una riflessione che ho voluto condividere anche con i capigruppo del Consiglio e che intendo proporre al commissario Arcuri in sede di Conferenza Stato- Regioni per il miglioramento del piano vaccinale - spiega Moratti-, tenendo conto che la salute è indiscutibilmente un diritto prioritario costituzionale di tutti i cittadini, senza differenza alcuna, sancito dalla Costituzione. Il punto che intendo suggerire al Commissario sono spunti che partono dalle zone più colpite e che potrebbero riguardare mobilità, densità abitativa e Pil, perchè sono fattori di accelerazione del contagio, ma non ho mai pensato di declinare vaccini e reddito. Il Pil è un indicatore economico e finanziario che attesta l'attività in una Regione, e questo sì, ho detto, è il motore dell'Italia». In questo senso, dice ancora la vicepresidente, «questa Regione ha la necessità di essere tenuta in considerazione». La proposta dell'assessore è stata maturata a fronte della distribuzione delle dosi «tagliate» di un terzo del vaccino Pfizer che ha largamente penalizzato la nostra regione, che conta tra l'altro un sesto degli abitanti dell'intero paese. E che ha suscitato non poche polemiche, a partire dal sindaco Beppe Sala che ha detto «mi cadono le braccia», all'opposizione.
«Per garantire che in Lombardia la campagna di vaccinazione anti Covid proceda con rapidità e senza intoppi, occorre agire per colmare le lacune a livello organizzativo - attacca Patrizia Baffi (Italia Viva) - serve al più presto un piano regionale, con tempi, target, modalità e strumenti necessari per garantire l'efficacia delle azioni e il coinvolgimento attivo delle Ats, affinché possano svolgere quell'importante ruolo di coordinamento territoriale che oggi manca».
Ma, evidenzia Moratti in consiglio «ora parlo della zona rossa, perchè indubbiamente il rischio per questa regione è di fermare il lavoro,
l'attività, la vita sociale, e quindi io e il presidente Fontana abbiamo ritenuto di voler fare un ricorso per poter uscire alla zona rossa perchè la Lombardia non merita, secondo i criteri giusti, di essere zona rossa».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.