Nasce il social manager per i quartieri "difficili"

Si occuperà delle zone, delle comunità e dei disagi Via da San Siro, poi Giambellino e Ponte Lambro

Nasce il social manager per i quartieri "difficili"

«Al 31 gennaio 2022 i nuclei dei beneficiari del reddito di cittadinanza in Lombardia sono oltre 95mila per un totale di 188mila individui. Di questi, i nuclei dei residenti a Milano sono poco meno di 23mila, corrispondenti a oltre 42mila individui».

Lo ha detto il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Andrea Orlando, intervenendo in collegamento, insieme alla ministra per le Pari opportunità e Famiglia Elena Bonetti, al Forum del Welfare del Comune «Milano città giusta. Costruiamola insieme» tenutosi ieri al teatro Elfo Puccini. «Sono più di 3mila i comuni italiani che hanno predisposto almeno un progetto utile alla collettività (Puc), anche nell'ambito della presa in carico dei beneficiari del reddito di cittadinanza - ha aggiunto il ministro -. Proprio in questi giorni il governo sta valutando interventi sia di carattere normativo che amministrativo per potenziare proprio l'intervento dei Comuni sul welfare e per sgravarli dai costi. Un provvedimento per affrontare la situazione di difficoltà che il Paese è chiamato ad affrontare ci sarà sicuramente. Quali siano le singole voci e il destino dei fondi per Milano non lo so. Sarà mia cura verificarlo nelle prossime ore e fare sapere al sindaco».

Anche il sindaco Beppe Sala è intervenuto al Forum. «Quando si investono 540 milioni all'anno è qualcosa di non indifferente - ha detto subito il primo cittadino di Milano -. Mi sono fatto sentire un po' dal governo nei giorni scorsi anche perché il vero rischio era di tagliare in questo settore e in questo momento storico più che mai non è pensabile tagliare».

Il riferimento è al bilancio del Comune e al fatto che, per chiudere i conti del 2022 entro il termine fissato al 31 maggio, mancano all'appello 250 milioni di mancati introiti. «In questi giorni il governo chiederà un parere agli organi che decidono su questa materia. Nel caso contrario, credo che faranno un decreto e da quello che mi hanno detto lo dovrebbero fare abbastanza rapidamente perché noi, per chiudere il bilancio entro il 31 maggio, dobbiamo approvarlo in giunta, fare le commissioni e andare poi in Consiglio comunale» ha concluso Sala.

Sul tema è intervenuto anche l'assessore al Welfare di Palazzo Marino, Lorenzo Bertolé. Che ha spiegato come la pandemia abbia rappresentato «uno shock che ci obbliga a metterci in discussione e a cambiare, perciò proporremo di portare avanti un modello di welfare sempre più basato sui quartieri e sui territori». «Per questo - ha aggiunto - vogliamo che nasca una nuova figura, quella del social community manager, che abbia l'obiettivo di costruire reti e consolidare quello che già c'è per rispondere non solo ai bisogni individuali delle persone ma anche i bisogni dei quartieri e delle comunità». Si tratterà di «assistenti sociali formati ad hoc» che avranno il compito di «coordinare ciò che c'è già ma a volte in modo frammentato e diffuso sul territorio».

La sperimentazione partirà da San Siro e dalle sue difficoltà, tra povertà e case popolari, disagio giovanile ed emarginazione. Ma, poi, il progetto è destinato ad allargarsi ad altri quartieri periferici come Giambellino, Gratosoglio, Molise-Calvairate e Ponte Lambro.

L'assessore Bertolé si è dilungato anche su un altro tema.

«A Milano oggi ci sono circa 950 minori stranieri non accompagnati, numeri che rendono difficile una risposta di qualità. Con la stagione calda i numeri aumenteranno. Dobbiamo avere una regia nazionale più efficace su questo tema» ha concluso l'assessore.

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