Il nuovo consolato Usa sarà "aperto ai milanesi"

Ieri la prima pietra della cittadella da 40mila matri quadrati. La fine dei lavori nel 2025

Il nuovo consolato Usa sarà "aperto ai milanesi"

Passato e presente, tradizione e innovazione futuristica, stretti nell'abbraccio infinito delle relazioni diplomatiche. Il tutto incarnato in una costruzione che si estende su oltre 40mila metri quadrati come metafora di una alleanza inscindibile e rafforzatasi in questo particolarissimo tempo che, pandemia o no, continua a scorrere senza sosta. Ovvero: la sede liberty e europeissima di fasti infiniti dell'ex tiro a segno all'angolo tra via Achille Papa e piazzale Accursio e, accanto, nello spazio circostante, quella futuristica e very yankee - quindi ai massimi livelli di sostenibilità e innovazione - del nuovo consolato generale degli Stati Uniti a Milano, di cui ieri è stata posata la prima pietra e che verrà pronto nel 2025.

Dai rendering diffusi in questo giorno di festa e ringraziamenti tra autorità, s'intravede quel che sarà. Una vera e propria cittadella di austeri doveri consolari per chi dovrà fare o rinnovare documenti di espatrio o simili che però non esclude i piaceri della milanesità con un bar e un'area aperta al pubblico che evocano momenti condivisi di pura bellezza e convivialità da cui l'Italia non può prescindere. Il console generale degli Stati Uniti a Milano Robert Needham, dopo aver ringraziato per la loro partecipazione alla cerimonia il sindaco di Milano Beppe Sala e il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, spiega che l'area, acquisita nel 2013, è stata assegnata al team di progettazione Shop Architects (anche questo un ben amalgamato trust di cervelli Usa e del Belpaese). «Spero che i milanesi ne siano entusiasti» conclude parlando dell'investimento locale stimato in 65 milioni di dollari nell'economia di Milano e del Nord Italia (il budget del progetto è di 350 milioni di euro) per un luogo concepito «per far interagire la tenace comunità italiana e milanese con il nostro progetto».

Sala ricorda la sede del tiro a volo come il luogo dove il 31 dicembre 1943 vennero trucidati 5 partigiani dai nazifascisti. E il paragone con l'Ucraina, il cui consolato di via Lodovico di Breme è proprio a due passi dall'area dove sorgerà il nuovo consolato, scivola facile. «Siamo fortunati - sostiene il primo cittadino - a vivere in un Paese democratico». Infine, Sala sottolinea che il nuovo consolato «darà anche tanto lavoro, con l'occupazione di circa 500 persone sul nostro territorio».

Anche il governatore Fontana - arrivato con la vice e assessore al Welfare della Regione Letizia Moratti (in sciccosissima cappa fucsia) - si assesta sul dato concreto citando il recente rilancio economico dell'interscambio tra Lombardia e Usa, che si attesta su un solido +19 per cento. E conclude: «La Lombardia ha il più alto numero di sedi di aziende Usa in Italia». È la volta quindi di Thomas Smitham, incaricato d'affari dell'ambasciata degli Stati Uniti a Roma.

Che definisce il Nord del nostro Paese «una piattaforma per riaffermare i valori condivisi tra Italia e Usa». «È un momento difficile per l'Europa - specifica e conclude Smitham -, la guerra iniziata da Putin è ingiustificata: noi continuiamo a lavorare per un futuro prospero e giusto».

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