Quel palazzo a rischio crollo dimenticato dalla Milano di Sala

In via Clitumno un condominio cade a pezzi, ma ci vivono ottanta famiglie. E c'è chi ci dorme, in nero, anche nelle cantine

Quel palazzo a rischio crollo dimenticato dalla Milano di Sala

Milano – "NoLo sarà la nuova Isola di Milano". Slogan immobiliari (e politici) a parte, quella zona di Milano racchiusa nell'accattivante acronimo, che sta per North Of Loreto, racchiude in sé, in realtà, tutte le contraddizioni di una metropoli che cresce, senza però riuscire a tenere tutti i suoi pezzi insieme. E non da oggi, infatti, il mondo che ruota intorno ai quattro chilometri di via Padova è stato abbandonato. E si è trasformato nel quartiere più multietnico e forse più critico della città, vista l'altissima concentrazione di immigrati. Delinquenza, spaccio di droga, prostituzione giorno e notte, risse e chi più ne ha più ne metta: una città dentro la città, nel nome del degrado e dell'illegalità.

Una delle situazioni forse più pericolose di questa fetta di Milano, è quella in via Clitumno, al civico 11. Cercandolo su GoogleMaps, l'edificio appare "impacchettato" da un ponteggio e, invece, andandoci di persona, troviamo un palazzo di case a ringhiera con la facciata fresca-fresca, appena rifatta. Sembra però uno scherzo, una presa in giro: basta buttare un occhio nell'androne per scorgere un cortile diventato discarica di rifiuti e le facciate interne ridotte in malo-malissimo modo. Poco prima di entrare, entrano ed escono famiglie di extracomunitari, di varie etnie. (Clicca qui per vedere il video)

Ci addentriamo e, dall'iinterno, ci si rende conto della gravità della situazione, confermata dall'affissione di un cartello "Attenzione, pericolo". Le scale dello stabile sono puntellate da terra fino al tetto da impalcature che sorreggono la struttura. Altrimenti verrebbe giù tutto. Per questa ragione, nel 2016 il Comune di Milano ha emesso un'ordinanza di chiusura dell'edificio. Ciò nonostante, ci vivono tuttora un'ottantina di famiglie. Qui, peraltro, oltre ai condomini regolari, sarebbero però molti gli immigrati che dormono in modo abusivo, in nero, persino nelle cantine e nei sottotetti, adibiti a vere e proprie abitazioni arrabattate alla bell'e meglio.

Saliamo per i traballanti scalini e al secondo piano sul parapetto del ballatoio e fa capolino il cartello "Pericolo di crollo", ma qualcuno ci ha comunque legato una bicicletta. Quando raggiungiamo l'ultimo piano, incrociamo un ragazzo del Nord Africa e gli chiediamo se non ha paura di vivere in una situazione del genere: "Un po' sì, ma ormai sono abituato, come tutti". Poi, ci racconta – come altri in seguito – che non è abusivo, ma è difficile credergli.

Riscendiamo giù e riusciamo a scambiare due parole con un signore di origini asiatiche, che minimizza la situazione: "È sicuro, è tutto sicuro: è così da due anni e con queste impalcature sta su tutto, non crolla niente". Sarà, ma i muri si sfaldano con un dito, perché dentro sembra non esserci il cemento armato ma del legno malmesso.

Rimettiamo i piedi sul suolo e in cortile, che è un cumulo di rifiuti, c' è un ragazzo dell’Est: "Qui è così e io ci vivo da un po', non è mai successo niente e nessuno si è fatto male". Quando gli chiediamo dove sono le cantine ci dice che è tutto tranquillo, nessuno ci vive e che serve la chiave. Proviamo ad entrarci, ma la porta è serrata da un lucchetto: l'impressione è che il nostro arrivo abbia allertato qualcuno, probabilmente una "vedetta" e che la porta sia stata chiusa al volo mentre salivamo per le scale.

Abusivismo a parte, il civico 11 di via Clitumno è una bomba a orologeria pronta a esplodere, o meglio a crollare. Che fine ha fatto, qui, il certificato di idoneità statica degli edifici obbligatorio per legge? "La situazione drammatica di questa palazzina è molto simile ad altre qui, lungo l’asse di via Padova: chi è qui dentro è in serio pericolo.

Il Comune di Milano del sindaco Sala dovrebbe richiedere la verifica e la perizia di staticità: o la ricevuta e non ha fatto assolutamente nulla, oppure non l’ha ricevuta e non l’ha sollecitata, provvedendo alle sanzioni amministrative necessarie per la messa in sicurezza", denuncia Samuele Piscina, presidente per la Lega del Municipio 2.

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