Dalla penna alla scena, gli eroi manzoniani reinventati da Testori

La "Monaca di Monza" dà il via a un ciclo di eventi dedicati al maestro di Novate

Dalla penna alla scena, gli eroi manzoniani reinventati da Testori

«Testori una volta mi disse: si ricordi, mia cara Andrée: i pittori che affrescavano le cappelle delle chiese non potevano scegliere misura e soggetto. Ma se uno era Giotto veniva fuori, se era un cretino restava un cretino. Nel limite, voleva spiegarmi lo scrittore, c'è la sfida della libertà».

Andrée Ruth Shammah, direttrice e anima del Franco Parenti, luogo che per Giovanni Testori fu una libera patria, ragiona così sull'arte di mettere in scena, riscrivere, tornare con nuove lanterne su autori che si pensa di conoscere fin nelle pieghe, e invece restano da indagare. Come appunto lo scrittore, drammaturgo, poeta e artista di Novate Milanese, scomparso nel 1993, a settant'anni, al quale il Parenti dedica il Progetto Testori. Che inizia con La monaca di Monza, di Valter Malosti, con Federica Fracassi, Vincenzo Giordano e Giulia Mazzarino (12 febbraio, 3 marzo). Nella versione di Testori la protagonista Marianna De Leyva rivive la sua tragica vicenda da morta, dal concepimento avvenuto con atto brutale del padre, fino all'amore per Gian Paolo Osio.

«La storia ci ha dato ragione», dice Shammah. «Testori è un gigante. Ma dirlo quando lo mettevamo in scena al Pierlombardo non era così facile, né per me, che ero giovane ma non più una bambina, né per l'indimenticabile Franco Parenti. Allora a Milano c'era solo il Piccolo, non si poteva accettare ci fosse qualcosa di importante oltre a via Rovello. Bisognava sfidare le ire di quell'istituzione. Adesso è diverso». Shammah, che ha diretto molte volte opere di Testori, firma uno degli spettacoli di punta del Progetto: I Promessi Sposi alla prova, in scena dal 19 marzo al 7 aprile. «Rileggendo questo lavoro l'ho finalmente capito», spiega la regista. «Testori è un maestro fuori dagli schemi, un cattolico diverso dai cattolici. Tagliato di alcuni fronzoli, il testo prende più forza, sa parlare al pubblico di oggi. E aggiungo che a me, ebrea di Aleppo arrivata a Milano, Testori parla di identità italiana e dello stare insieme, che è complicato». La regia di Shammah è impostata anche sull'idea che le parole di Testori, autore che affronta e riscrive Manzoni, possano arrivare alle giovani generazioni e rifiorire, in una sorta di ideale scambio con il passato. In scena, Luca Lazzareschi e Laura Marinoni. Lo spettacolo è stato pensato anche come laboratorio manzoniano, che coinvolge gli studenti nella scelta di personaggi e vicende dal grande romanzo. L'aspetto per dir così didattico del Progetto avrà corpo anche nel laboratorio di drammaturgia Ri-scrivere come Testori, condotto da Angela Dematté, che dal 18 febbraio al 31 marzo accompagna La monaca di Monza e I Promessi Sposi alla prova.

In chiusura di Progetto, dopo gli incontri con il filosofo Salvatore Natoli e le poesie d'amore di Testori (lette da Lino Guanciale), si parlerà anche degli Sposi promessi e ripromessi. Parodie e riscritture nel Novecento, a cura di Mauro Novelli. Per sottolineare, ce ne fosse bisogno, che i grandi autori sono capaci di rinascere anche nelle forme meno classiche e disciplinate.

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